Il bando del 2023 per l’assegnazione degli alloggi di edilizia sociale indetto dalla Regione Umbria, per il quale il Comune è chiamato a procedere nell’ espletamento delle pratiche per la gestione delle domande, mette a disposizione circa 80 alloggi popolari a Terni.
“Un importante segno a favore delle categorie più fragili ma che evidentemente non sarà sufficiente a soddisfare l’intera richiesta stante anche la situazione socio economica della nostra città.
In questa direzione un Ente, quale è quello della Regione Umbria, deve procedere nell’individuare dei criteri oggettivi tali da poter far emergere i potenziali assegnatari.
Un criterio individuato dalla Regione – si legge in una nota del gruppo di Fratelli d’Italia a palazzo Spada – insieme a quelli tipici circa le condizioni patrimoniali e reddituali dei richiedenti, è stato quello della legalità ossia dell’assenza nei componenti il nucleo familiare del soggetto richiedente di condanne penali passate in giudicato, salvo che non sia intervenuta la riabilitazione, in materia di sostanze stupefacenti, o per i delitti contro la pubblica amministrazione, contro l’amministrazione della giustizia, contro l’ordine pubblico, contro la persona, contro il patrimonio e per i reati di gioco d’azzardo, di detenzione e porto abusivo di armi.
Un criterio che purtroppo esclude una minoranza, un criterio che nell’intenzione originaria non intende determinare alcun giudizio di valore, o alcun un giudizio morale sulla persona, ma che sancisce nel merito una premialità a favore di chi ha sempre rispettato la legge.
Un criterio che insieme ad altri consentirà di dare un tetto decoroso a famiglie numerose con figli e magari con disabilità al suo interno.
La legalità è un termine che il sindaco Bandecchi – si legge ancora nella nota di Fratelli d’Italia – non mastica agevolmente, stante le sue innumerevoli esclamazioni.
Dalle sue parole è parso che aver frequentato le patrie galere, piuttosto che un’esperienza correttiva e redentiva, sia motivo di vanto sociale.
Un sindaco normale nell’esercizio delle sue funzioni, laddove conoscesse delle criticità significative, piuttosto che dare luogo al solito comizio ideologico potrebbe intraprendere una interlocuzione con la Regione e richiedere, rispetto a questo criterio, un provvedimento sospensivo.
Amministrare una città e custodire la sua comunità significa anche prevedere dei criteri di metodo e di merito ed al contempo individuare delle forme emendative che possano, quanto più possibile, soddisfare le istanze dei cittadini.
La Regione Umbria ha fatto il suo manca il contributo fattivo del sindaco Bandecchi”.