Si è svolta questa mattina la cerimonia organizzata dal Comune di Terni per il Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Vi hanno preso parte tra gli altri il Prefetto di Terni, Emilio Dario Sensi, il sindaco Leonardo Latini, il questore Bruno Failla e il vescovo Francesco Antonio Soddu.
La cerimonia si è tenuta all’incrocio tra via Vittime delle Foibe e Corso del Popolo, in prossimità dell’obelisco “Lancia di Luce” dove è stata scoperta una targa.
Il sindaco Latini ha sostenuto che “Tragedie come queste dell’Istria e della Dalmazia dove venne posta in essere una vera e propria pulizia etnica nei confronti degli italiani, devono restare nella memoria collettiva e diventare sempre di più patrimonio di tutti, dell’intera comunità nazionale a monito contro la barbarie della guerra e dell’odio etnico”.
“In occasione del Giorno del ricordo, momento istituzionale in cui vengono commemorati i massacri delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata, due delle pagine più nere della nostra storia, la prima commissione consigliare di Palazzo Spada, all’unanimità, ha approvato un atto che impegna la giunta comunale di Terni ad intitolare un parco a Norma Cossetto, simbolo e testimone diretta di questa immane tragedia”.
Lo rende noto il gruppo consiliare di Terni della Lega.
“L’approvazione del documento – si legge nella nota – presentato dal gruppo della Lega, a prima firma Maggiora, e poi trasformato in atto della 1^ commissione, da il via all’iter per questo doveroso omaggio ad una giovane donna italiana barbaramente infoibata in nome di ciò che, solo la follia umana, può chiamare ideologia.
Il tutto arriva in una data simbolica, che serve a riportare alla memoria queste atrocità di cui sono state vittime moltissimi nostro connazionali.
Norma Cossetto è considerata l’emblema di queste persecuzioni.
Norma Cossetto che, dal Presidente della Repubblica emerito Carlo Azeglio Ciampi, è stata insignita della medaglia d’oro al merito civile alla memoria, ha ricevuto tributi in tantissime città italiane, intitolazione di vie, piazze, parchi pubblici, luoghi istituzionali, in molti casi con atti votati all’unanimità, e Terni non poteva tirarsi indietro”.
“È la visione europea che ci permette di superare ogni tentazione di derive nazionalistiche, di far convivere etnie, lingue, culture e di guardare insieme con fiducia al futuro»”.
“Con queste parole – si legge in un nota della segreteria comunale del Partito Democratico – l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano commemorava il Giorno del Ricordo nel 2012. Due anni fa, nel 2020, il presidente Sergio Mattarella e il presidente sloveno Pahor depositarono insieme una corona di fiori alla foiba di Basovizza, e lo fecero tenendosi per mano, lanciando un messaggio forte di unità e solidarietà.
Ci sono anfratti bui in questo episodio storico che sono quelli delle storie personali, delle divisioni etniche prima ancora che politiche, che sono quelli della difficoltà di separare o di sovrapporre le vittime di un omicidio di massa di stampo nazionalista, da quelle fatte per vendetta. Insomma, per arrivare a questi momenti ci sono voluti passaggi complicati, spesso sofferti.
Commemorare questa simbolica giornata è dunque non solo lecito, ma importante e lo è anche rinnovare solidarietà a tanti nostri concittadini sopravvissuti, che hanno subito il dramma dell’esilio, di dover scappare all’improvviso lanciandosi dietro la propria vita, gli affetti, la casa.
Proprio per questo, come Partito Democratico di Terni – si legge ancora nel documento – siamo attoniti di fronte al fatto che si sia permessa, per celebrare il Giorno del Ricordo, nell’ambito degli eventi Valentiniani, un’iniziativa come quella alla BCT dal titolo “Unica colpa essere italiani”, la cui locandina già nella scelta del font stile Ventennio, evoca qualcosa che non dovrebbe. Uno dei due interventi è di Emanuele Merlino, simpatizzante neofascista e assiduo frequentatore dell’estrema destra, autore del libro “Foiba rossa”, per la cui promozione numerosissime sono state le presentazioni nelle sedi di CasaPound, nonché collaboratore assiduo della casa editrice Ferrogallico fondata da ex membri di Forza Nuova.
Non è forse fondamentale che l’informazione di eventi tragici come l’orrore delle Foibe venga fatta in modo approfondito, documentato e scevro da ogni possibile strumentalizzazione ideologica?
Non siamo forse difronte ad un antifascismo di facciata proposto proprio da chi, invece, partecipa a neo formazioni fasciste e ne è membro?
Qual è la posizione del sindaco Latini, in questi giorni impegnatissimo a dare annunci cacofonici, riguardo la scelta di tale relatore?
Come mai il sindaco, così oberato da non essere mai riuscito a presenziare ad alcuna iniziativa e commemorazione per la Liberazione, proprio oggi ha trovato del tempo per presenziare all’affissione di una targa in ricordo dell’eccidio delle Foibe?
È con questi (dis)valori che dunque il primo cittadino si appresta a lanciare il suo secondo mandato, dopo 5 anni in cui ha finto di dimenticare la dichiarazione da lui stesso fatta all’insediamento, che sarebbe stato il sindaco di tutti? Evidentemente “alcuni” sono più tutti degli altri.”