Una truffa ai danni dello Stato per una valore complessivo intorno ai 14 milioni di euro è stata smascherata dal GICO di Perugia insieme al personale dell’ufficio antifrode della agenzia delle dogane e dei Monopoli. L’inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore della repubblica di Terni, Marco Stramaglia.
In commercio è stato immesso gasolio, spacciato per agricolo, che, al contrario era per autotrazione, usufruendo dell’IVA agevolata.
IL MECCANISMO
“Loro erano tranquilli – afferma Pietro Altieri , responsabile dell’ufficio antifrode delle dogane di Perugia – perché era un meccanismo ben studiato: la cisterna partiva con un documento che riportava esattamente il contenuto che trasportava; nel documento c’era scritto gasolio, che si intende gasolio per autotrazione; quando la cisterna arrivava a destinazione, a quel documento veniva aggiunto, agricolo.”
“Parliamo di una impresa che, con tutte le autorizzazioni del caso, operava come deposito fiscale di grandi dimensioni e che viene, prima infiltrata e poi messa a disposizione di una organizzazione criminale fino a divenire uno strumento per la commissione dell’illecito; una azienda che, da sana, diventa criminale, utilizzata esclusivamente per traffici illeciti”. Afferma il colonnello Andrea Mercatili , comandante del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Perugia.
L’azienda in questione è la J-Petrol di Terni. “L’azienda – aggiunge il colonnello Mercatili – aveva tutta una contabilità parallela, una struttura di società fittizie e filtro , prima dell’arrivo del prodotto sul mercato finale.Il gasolio è un prodotto delicato dal punto di vista delle frodi perché è un prodotto su cui gravano numerose imposte, quindi, riuscire a immettere sul mercato finale il prodotto in esenzione, illecitamente, dell’imposta, significa alterare completamente il mercato e , per aziende che usano il gasolio come materia prima si traduce in un risparmio dei costi strutturali, importante”.
Questa inchiesta ha permesso di svelare e interrompere un sistema di frode che coinvolgeva la J Petrol. “La società, che prima era unica, nel momento in cui viene messa a disposizione dell’associazione criminale, viene svuotata del patrimonio ( impianti, cisterne , fabbricati e terreni)che viene intestato a una società fittizia così da lasciare aggredibile soltanto l’operatività quotidiana, non i cespiti patrimoniali”.
22 le persone denunciate, 12 quelle che devono rispondere di associazione per delinquere. L’accusa per tutti è di truffa ai danni dello Stato, plurime violazioni fiscali.
I promotori dell’azione criminosa sono i co-titolari della J Petrol. Denunciati anche 5 loro stretti collaboratori (4 ternani e un abruzzese) , 5 prestanome delle società utilizzate fittiziamente per la fatturazione e 10 autisti, utilizzati per il trasporto del gasolio.
La Guardia di Finanza ha quantificato in circa 20 milioni i litri di gasolio contraffatto immessi nel mercato per una truffa ai danni dello Stato di 11 milioni di euro (accisa non assolta), più 2 milioni e mezzo di euro di IVA evasa (IVA alla quota agevolata per gasolio agricolo, non spettante e fittizie cessioni per esportazione a motopescherecci albanesi, esistenti ma ridotti a rottami e non in grado di navigare; il gasolio, in realtà veniva immesso sul circuito nazionale dell’autotrasporto).
Sono stati posti sotto sequestro beni per un valore stimato in 7 milioni di euro:
7 motrici e 6 rimorchi
l’intero depisto fiscale con i relativi impianti e cisterne
53 fabbricati
21 terreni
13 autoveicoli
3 motoveicoli
quote di 12 società
52 conti correnti bancari.
“Oggi è la dimostrazione plastica, felice, di come il sapere specializzato, in questo caso guardia di finanza e agenzia delle dogane, veicolato dalla autorità giudiziaria, porti a un risultato, in astratto, acquisito – ha affermato il procuratore capo, Alberto Liguori”. “Questo è il metodo di lavoro che permette di avere più voci per aggredire il crimine sempre più specializzato, sempre più raffinato – ha aggiunto il Procuratore – così lo Stato fa un figurone, Stato amico della maggior parte degli imprenditori onesti di Terni cui oggi dedichiamo questa operazione; la legalità paga.”
“Se posso concludere con uno slogan – ha affermato ancora il Procuratore Liguori – lo Stato è dalla parte dei contribuenti e degli imprenditori onesti che rappresentano la stragrande maggioranza del territorio”.
Il Procuratore Liguori ha poi invitato la stampa a fare un salto di qualità ” spiegando ai cittadini, alle giovani generazioni, ai vostri giovani lettori, che l’ufficio delle dogane e il GICO della Guardia di finanza non si occupano di mercati lasciati alla preistoria ma di mercato globalizzato , di quei reati che, purtroppo, rappresentano il futuro del crimine e cioè i reati economici perché sono quelli che fruttano di più, sono quelli che difficilmente vengono smascherati e che proliferano anche in territori sani come quello umbro”.