Nel terzo trimestre 2022 il dinamismo imprenditoriale frena, ma in Umbria un po’ meno, con un andamento double face, con un confronto migliore con la media nazionale se si guarda al dato tendenziale (ossia facendo il confronto con lo stesso trimestre 2021), ma peggiore (salvo che per le cessazioni delle imprese) se il confronto si fa invece su base congiunturale, ossia con quello immediatamente precedente.
Emerge dall’indagine Movimprese relativa al periodo luglio-settembre 2022, condotta da InfoCamere sulla base dei dai provenienti dal Registro imprese delle Camere di commercio.
In Umbria nel terzo trimestre 2022 le iscrizioni scendono meno della media nazionale, segnando -2,8% (787 le imprese che erano nate nel terzo trimestre 2021, 765 quelle nate nel terzo trimestre 2022) rispetto al -5,8% del quadro nazionale. Le cancellazioni in Umbria crescono del 3,9% (da 586 a 609), mentre in Italia hanno un balzo del 13,3%.
Il saldo tra iscrizioni e cancellazioni scende nella regione del 22,4% (da +201 a +156), mentre in Italia come visto flette del 40,2% (da 22mila 558 a 13mila 300).
Ma, se si guarda al confronto fra terzo trimestre 2022 e quello immediatamente precedente, il quadro dell’Umbria si fa più pesante: da un trimestre all’ altro le iscrizioni scendono da 1.124 a 765 (-31,9%), contro il -29,3% dell’ Italia e il saldo tra iscrizioni e cancellazioni cala da +395 a +156 (-60,5% contro il -58,9% del dato nazionale).
L’Umbria, sempre a livello congiunturale, brilla invece nelle cancellazioni, che calano da 729 a 509 (-30,1%), contro invece una crescita del 16% in Italia. L’impressione è quindi che l’Umbria, a livello di vivacità imprenditoriale, abbia corso più della media nella fase di ripresa post-pandemia fino al secondo trimestre 2022, ma che ora stia subendo un contraccolpo più forte. Un rallentamento che ha la caratteristica di non avere il suo punto critico nella crescita delle cancellazioni, ma in una rarefazione delle iscrizioni, che peraltro nel III trimestre 2022 colpisce solo la provincia di Terni e non quella di Perugia.
Nel terzo trimestre 2022 la provincia di Perugia meglio di quella di Terni. Nel Perugino, infatti, le iscrizioni delle imprese non scendono (marcando un record a livello nazionale), mentre in quella di Terni calano del 9,8%. Le cessazioni marcano -1,1% nel Perugino e -13,5% nel Ternano, mentre il saldo tra iscrizioni e cancellazioni segna -4,5% in provincia di Perugia e -44% in quella di Terni.
Per Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio dell’Umbria, “la recessione, benché tutti ne parlino come se fosse già arrivata, ancora non si è manifestata. Siamo in una fase di marcato rallentamento della crescita ed è anche probabile che alla fine una fase recessiva arrivi. Ma credo che la spinta dimostrata dalle nostre imprese nella fase di ripresa post-pandemia, la voglia di fare impresa che si è manifestata nella regione siano risorse preziose che, se ben incentivate e supportate, possano attutire gli effetti di un’eventuale recessione. A patto che vengano varate misure adeguate che il mondo produttivo sollecita con forza: sostenere le imprese ad affrontare i maxi rincari energetici, ridurre il cuneo fiscale in maniera importante, snellire le procedure burocratiche, procedere celermente sul Pnrr, che è la più grande carta anti recessione che l’Italia e l’Umbria hanno in mano”.