È stata un’iniziativa veramente partecipata quella che la Questura di Terni, su imput del Questore Roberto Massucci, ha organizzato nell’ambito dei festeggiamenti in onore del Santo Patrono San Valentino, denominata la “Giornata dell’Amore per il Tricolore”.
Vi hanno presenziato le massime autorità civili, politiche, militari e religiose, i rappresentanti delle comunità straniere, i sindaci dei 33 comuni della Provincia di Terni, oltre 100 giovani delle scuole Casagrande, Donatelli, Cesi e Sandro Pertini, i ragazzi della Scuola di Polizia di Spoleto e il Capo della Polizia Franco Gabrielli.
“Nel giorno in cui celebriamo i simboli del nostro essere italiani, l’inno, la nostra bandiera, ha affermato il prefetto Gabrielli, che debbono essere vissuti non come elemento identitario esclusivo, ma come la riaffermazione della nostra storia, delle nostre tradizioni, del rispetto per quelli che ci hanno preceduto e fatto grande questo Paese, dobbiamo anche avere la consapevolezza che questo non può essere un elemento di esclusione. Tanto più si è forti delle proprie tradizioni, convinti dei propri valori, tanto più, in un momento sempre più globalizzato, sottoposto a flussi migratori importanti, credo sia un impegno per noi tutti e un lascito per i ragazzi che oggi, con tanta pazienza, ci hanno ascoltato. Purtroppo viviamo tempi nei quali il presente è vissuto come eterno presente e ciò ci fa perdere di vista valori e persone che hanno incarnato questi valori. Io ho avuto il privilegio di lavorare per qualche tempo, quando fui nominato ai vertici del servizio di intelligence interno, con un grande ternano che è Enrico Micheli, un uomo che seppur minato dalla malattia mi ha dimostra con l’esempio, con il suo attaccamento alle istituzioni, quello che credo debbano essere proprio le istituzioni. Debbono essere principalmente il luogo della credibilità dei valori che cerchiamo in qualche modo di rappresentare. Tutto questo passa dai comportamenti, passa dagli esempi. Mi faceva piacere ricordare a Terni Enrico Micheli perché lui è stato un figlio di questa terra. A volte, in una sorta di esterofilia, si immagina che le cose grandi siano al di fuori degli ambiti che siamo chiamati a vivere, invece ci sono dei grandi personaggi che ci sono stati vicini, con i quali abbiamo condiviso tratti di strada. E questo mi premeva sottolinearlo soprattutto per i ragazzi: il tema dell’esempio, della credibilità delle istituzioni, la precondizione perché una società abbia in qualche modo la possibilità di progredire e di crescere”.
La manifestazione, ospitata nella Sala Blu di Palazzo Gazzoli, si è articolata in un viaggio tra musica, teatro e ascolto delle istituzioni
con l’esibizione della Fanfara della Polizia di Stato diretta dal Maestro Secondino De Palma e l’interpretazione di una giovane promessa canora dell’Istituto Superiore di Studi musicali di Terni, Joseph Dahdah, nonché la ricostruzione storica, interpretata dal Vice Ispettore Stefano de Majo, attore di teatro per passione, che ha condotto un attentissimo pubblico attraverso l’inno d’Italia – il Canto degli Italiani, con gli occhi del poliziotto che vive ogni giorno la bandiera impersonando il sentire di due garibaldini che tanto hanno significato anche nella storia di Terni, Mameli e Novaro. Un intervento, quest’ultimo, molto apprezzato dal Capo della Polizia Gabrielli.