Uno dei più vasti e meglio conservati giardini che il mondo romano ci abbia mai restituito, scoperta avvenuta a Castellammare di Stabia, è stato oggetto di un’interessante conferenza organizzata dal Garden Club Terni all’Archivio di Stato. Relatore è stato Paolo Gardelli archeologo della Fondazione Restoring Ancient Stabia e ricercatore dell’Università Ludwig Maximilians di Monaco di Baviera.
“Le numerose ville romane di Stabiae (Castellammare di Stabia) si trovano a quattro chilometri da Pompei – spiega Paolo Gardelli – e furono sepolte dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Si tratta della più grande concentrazione di villae maritimae dell’intero Mediterraneo: luoghi non solo di riposo e di godimento personale, ma luoghi che rappresentavano il potere e dove questo veniva gestito. Fino a pochi anni fa si riteneva che il famoso affresco raffigurante un ricco giardino rinvenuto nella Villa di Livia a Primaporta (Roma) fosse frutto dell’immaginazione di un pittore. La prova archeologica della reale esistenza di un tale tipo di giardino è stata ora trovata per la prima volta negli spazi antistanti il Grande Peristilio di Villa Arianna a Stabiae. Nell’estate del 2007, infatti, gli scavi della Soprintendenza di Pompei scoprirono due terzi del giardino della grande corte del Peristilio (118mt x 30mt) di Villa Arianna, scavi poi completati nel 2014 dalla Fondazione Restoring Ancient Stabiae.
Lo stato di conservazione della superficie era sorprendente: i contorni delle aiuole di piante, i viali e le cavità delle radici erano perfettamente conservate. La Fondazione RAS, partner della Università Cornell (Ithaca, USA), ha utilizzato una tecnica innovativa nella produzione dei calchi delle radici col silicone, il che ha consentito di estrarre il calco senza distruggere la stratigrafia e conservando persino le forme dei capillari delle radici. Si è così scoperto un giardino con due ampie aiuole di cespugli, tre file regolari di piccoli alberi e probabilmente (in zona non esplorata) ancora due aiuole di cespugli. In mezzo a loro vi erano dei viali a verde destinati al passeggio ed erano piantumati a prato. La cosa interessante- aggiunge l’archeologo -è che le file di alberi non erano uniformi ma si presentavano costituite di numerose specie diverse, come nell’affresco della Villa di Livia a Roma. Il Giardino di Villa Arianna a Stabiae segna un importante evento nella storia dell’architettura romana: l’arrivo dell’“architetto del paesaggio” – conclude Paolo Gardelli – che usa il giardino per dare forma a spazi, vedute e interazioni sociali”.