E’ questione di buona creanza e perciò Sara Giovannelli, segretaria del Pd ternano ha inviato un indirizzo di saluto “al prefetto Antonino Cufalo, persona di assoluta levatura professionale e culturale” cui rivolge “un augurio di benvenuto nella nostra città e di buon e fattivo lavoro”.
Il prefetto Cufalo è il commissario che governerà il Comune di Terni fino a quando non ci sarà un nuovo sindaco eletto. Ossia fino a quando? Quand’è che si faranno le elezioni? Nella primavera dell’anno 2018, ossia tra tre quattro mesi. Lo hanno detto tutti i gruppi politici che vogliono votare il prima possibile. La segretaria Giovannelli che nel salutare il commissario, ci tiene a sottolineare “la necessità secondo i principi democratico-costituzionali di restituire in tempi rapidi la parola agli elettori ed elettrici ternani”, sfonda una porta aperta.
O forse no? Perché sembra che c’è chi briga per rimandare tutto al prossimo anno. E in parecchi sarebbero contenti di chiamare i ternani alle urne nel 2019.
Se il Pd è messo male, con gruppi, correnti, sottocorrenti e capibastone che ora sono arrivati – credono – alla resa dei conti, certo gli altri non è che possano fare salti di gioia. Gli altri, quelli dell’opposizione che si sono battuti con tanta virulenza per le dimissioni del sindaco erano talmente impegnati nella loro guerra santa che non hanno fatto caso a com’erano messe le loro truppe. Il centro destra, che promette sfracelli alle politiche del 4 marzo, chi candiderebbe sindaco? I giovani virgulti, Stefano Fatale e Francesco Ferranti come sono messi dentro Forza Italia? E Federico Brizi, non potrebbe essere il terzo che gode? Il problema è: tra tutti e tre hanno mangiato abbastanza pastasciutta per essere in grado di proporsi come sindaco di una città come Terni che resta sempre nel novero delle quaranta città più grandi d’Italia? Forza Italia potrebbe quindi andare in cerca di un candidato esterno, uno di peso che venga dalla “società civile”, uno alla Ciaurro, per intendersi. Ma le ciambelle non vengono sempre col buco in mezzo. E c’è bisogno di tempo, per certe operazioni non bastano poche settimane.
Il problema comunque non si pone, perché i Cinquestelle già considerano il tavolo a ferro di cavallo di Palazzo Spada, già cosa loro. Chi proporranno? Thomas De Luca, capogruppo uscente, non nasconde le propria ambizione, tanto… se Di Battista può fare il ministro dell’economia anche lui può essere sindaco di Terni. Ma c’è l’oste con cui fare i conti. Perché sembra che due stelle e mezzo non siano mica tanto favorevoli ad una decisione del genere! Anzi sembra proprio che Liberati, l’ex supporter della campagna elettorale di Obama (sì, Barack) ora consigliere regionale M5S sia uno di quelli che, da Perugia, briga per mandare le cose per le lunghe.
E il resto? Vogliamo parlare dei Fratelli d’Italia? E per dire che?…
Il Pd invece, pensa almeno il gruppo dirigente che sta insieme alla segretaria, uno straccio di candidato conta di trovarlo. Gli altri troverebbero un certo sollievo nell’avere a disposizione un po’ più di tempo, tanto per chiarirsi le idee. E poi ci sarà il tentativo da parte di qualche minestra riscaldata ma pur sempre stantia di vestirsi dei panni del salvatore della patria. Si sa, l’ambizione non ha mai fine.
E si continua a giocare sulla pelle dei cittadini di Terni, che sono di solito più giudiziosi della classe politica che hanno espresso ultimamente e si spera sapranno rispondere a manovre, giochi delle tre carte, vengo anch’io no tu no! Magari andando alle urne col contagocce, magari turandosi il naso e votando secondo quel che viene offerto di meno peggio, E va a finire che uno straccio di candidato del Pd votato al sacrificio potrebbe anche avere la meglio.
L’orizzonte è fosco. Per fortuna tra i fautori del rinvio dell’elezione del nuovo sindaco c’è anche chi ha buoni agganci colà dove si puote ciò che si vuole. E più non dimandare.