“C’è una maggioranza silenziosa a Terni di persone che non ne possono più di questo ruolo subalterno cui una certa politica costringe la città e questo territorio.
Questa è la ragione per cui ho accettato ben volentieri di tutelare gli interessi civici del Centro Coordinamento Ternana Club, ma non solo, perché le 18 mila firme di ternani che sono state raccolte chiedono innanzitutto il nuovo ospedale di Terni sul quale politica e dirigenti balbettano.”.
A sostenerlo è l’avvocato Marco Ravasio che assiste legalmente il Centro Coordinamento Ternana Club.
“Mentre a Terni il dibattito pare essersi spento, a Perugia e nel resto dell’Umbria si affilano le armi in difesa, legittima, dei propri interessi.
La Tesei – aggiunge l’avvocato Ravasio – riceve alcuni capogruppo di maggioranza del Comune di Perugia che contestano, nei fatti, la revisione che la Regione dovrà effettuare entro il 31 dicembre al fine del riequilibrio sanitario in favore di Terni e provincia.
Trattasi degli stessi che qualche giorno fa avevano elaborato un documento contrario a detta revisione in quanto lesiva degli interessi di Perugia, ossia delle cliniche private perugine. Le parti, a conclusione dell’incontro, si dichiarano soddisfatte.
Forse significa che le legittime aspettative di Terni verranno, ancora una volta, disattese?
O che al massimo a Terni verranno “concessi” una manciata di posti letto, ossia gli avanzi dei pasti luculliani che ogni giorno, da sempre, si consumano nel capoluogo regionale?
In altri comuni dell’Umbria (Spoleto, Orvieto, Narni, Foligno) si susseguono iniziative politiche e civiche a sostegno e tutela dei propri territori – afferma ancora l’avvocato Ravasio – a Terni tutto tace, nulla si muove, nessuno parla.
A chi giova questa situazione di rassegnazione, di passività, di eterna subordinazione al nord dell’Umbria che detta regole, tempi e modalità a quella che un tempo era la più laboriosa città della regione, sempre pronta a scendere in piazza per la tutela dei propri diritti?
Tralasciando i soliti noti che incrementano i propri affari in una città stagnante, è possibile che i ternani oltre al senso di appartenenza – si domanda in fine Ravasio – abbiano perso anche la dignità?”
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