Celebrata a Terni questa mattina la Giornata della legalità che coincide con l’anniversario (quest’anno il 30°) della strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato e gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
L’evento è stato organizzato dal Tribunale di Terni e dal Comitato pari Opportunità dell’Ordine degli avvocati di Terni e si è tenuto nell’atrio del Tribunale.
Sono state inaugurate due panchine colorate.
“Una istituzione aperta, quale deve essere un Tribunale, ha bisogno di momenti di confronto come questo e quindi il vostro contributo è certamente prezioso – ha detto la presidente Rosanna Ianniello – Oggi ricordiamo persone eccezionali che hanno sacrificato la loro vita per compiere il loro dovere, per non venire meno all’obbligo che avevano assunto nei confronti dello Stato e della società civile. Il messaggio che ci mandano, a distanza di molti anni – ha detto ancora la Ianniello – è uno ed è semplice. L’importante nella vita è che ciascuno compia il proprio dovere. Il primo dovere è quello di rispettare le regole, la società civile non vive senza regole. La legalità è il momento fondamentale nel passaggio della civiltà. Rispettare le regole vuol dire rispettare le leggi dello Stato. Con l’iniziativa di oggi abbiamo voluto richiamare l’attenzione sulla necessità del rispetto della vita, il bene più grande del quale dispone ciascuno individuo. Rispettare la vita – ha aggiunto ancora la presidente del Tribunale di Terni – significa non uccidere, un comandamento fondamentale di tutte le religioni. Rispettare la vita vuol dire non uccidere una donna, ritenendosi superiore per motivi di genere. Rispettare la vita vuol dire anche prendere posizione contro la guerra. Le due panchine che scopriamo oggi e che resteranno nell’ingresso di questo Tribunale vogliono richiamare l’attenzione su questo tema sperando che tutti possano ricordare questi valori e nessuno possa perdere la bussola fino a commettere atti così gravi da cancellare il bene primario di ciascun individuo.”
Ha poi preso la parola il presidente degli avvocati di Terni, Marco Franceschini: “la legalità va vissuta tutti i giorni nelle condotte di ciascuno perché ciascuno di noi – ha detto Franceschini – che sia un giudice, che sia un avvocato, che sia un cittadino deve essere vigile sui diritti. Se questo è il palazzo dove la legalità e la giustizia vengono amministrate in realtà la giustizia si fa fuori controllando che tutti i giorni i diritti vengano tutelati. Volevo tornare a dire – ha aggiunto Franceschini – che non c’è giustizia senza avvocatura , non c’è giustizia se i cittadini non chiedono la tutela dei propri diritti e non c’è giustizia se non ci sono avvocati che la tutelano. Dobbiamo avere il coraggio di chiedere giustizia , i cittadini devono avere il coraggio di chiedere agli avvocati e ai magistrati di difendere i diritti, che siano propri o collettivi”.
Franceschini ha concluso il suo intervento citando don Lorenzo Milani: “A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?”
Hanno poi brevemente preso la parola Agnese Vergari, Presidente del Comitato pari opportunità degli avvocati di Terni e Letizia Pellegrini , presidente dell’Istituto Briccialdi.
Sono poi intervenuti i ragazzi della 4^H dell’Istituto superiore Casagrande-Cesi, introdotti dalla loro insegnante, Margherita Vagaggini, che hanno ricordato il sacrificio di Falcone e Borsellino e sottolineato il dramma dei femminicidi.
Un breve saggio del quartetto di classi sassofono del Briccialdi composto da Jacopo Cento, Samuele Giuliobello, Gianni Mancini e Marco Mari ha concluso l’evento, dopo che sono state scoperte le due panchine colorate.