Il consiglio regionale dell’Umbria ha avviato la discussione unificata dei due atti di indirizzo presentati dai gruppi di opposizione (Movimento 5 Stelle e Forza Italia) sugli inceneritori di Terni e sull’innalzamento della qualità dell’aria nella conca ternana. Al termine degli interventi, l’Aula ha deciso di rinviare il voto sugli atti, così come suggerito da Eros Brega (Pd) e Raffaele Nevi (FI), per verificare la possibilità di giungere ad un unico e condiviso documento sulla materia da approvare nella prossima seduta.
In sede di replica, l’assessore all’ambiente, Fernanda Cecchini ha affermato:”
In questa settimana una parte dell’Assemblea legislativa ha tentato di modificare l’iter di una conferenza dei servizi, facendo pressione sulla Giunta per provocare un vero e proprio abuso di ufficio. Per quanto riguarda la materia autorizzatoria, ci sono direttive europee, norme nazionali e leggi specifiche come il decreto 156. La suddivisione tra decisioni politiche e decisioni tecniche è quindi chiara.
Non andremo dunque ad inficiare i percorsi stabiliti dalla legge – ha aggiunto la Cecchini – prendiamo atto che c’è un iter avviato da 4 anni all’interno dalla Conferenza dei servizi, nell’ambito del quale non c’è stato un parere univoco della Asl, pur chiedendo di verificare ancora gli effetti di certi impianti sulla salute dei cittadini. Ieri la Giunta regionale ha approvato una delibera che prende atto di quanto avvenuto e valuta di chiedere alla Asl Umbria 2 di uno studio approfondito sulla Conca ternana, che consenta di attivare uno studio permanente sul rischio sanitario specifico legato alle fonti prevalenti di emissioni, Entro 90 giorni dovrà esserci un primo approfondimento specifico del rischio sanitario degli impianti di incenerimento presenti sul territorio. Non abbiamo dunque nulla da nascondere e nessun potere forte da tutelare, ci siamo attivati per avere dati chiari e univoci. Le mozioni su Terni Biomassa e su Acea riguardano autorizzazioni diverse. Nel primo caso è una trasformazione di autorizzazione esistente. Per Acea si tratta invece di prevedere un nuovo combustibile e quindi ci sarà la valutazione di impatto ambientale. Non autorizzeremo mai un nuovo inceneritore, come abbiamo sempre dichiarato. Per mettere in discussione le autorizzazioni che già ci sono servono studi specifici per poi procedere con eventuali miglioramenti sulle emissioni. Il primo inceneritore a Terni, va ricordato, è stato autorizzato dalla Giunta di centrodestra guidata da Ciaurro. Il problema più grave per l’aria di Terni – ha specificato l’assessore – è rappresentato dalle attività produttive, dal traffico e dagli impianti di riscaldamento. Puntiamo su una raccolta differenziata di qualità, ad impianti che operino il recupero mirato all’economia circolare e infine alla distruzione del residuo secco. Stiamo triplicando le colonnine per la ricarica delle auto elettriche. Abbiamo messo a disposizione dei Comuni dei fondi per la sostituzione delle vecchie caldaie. È stata creata la banca dati regionale delle caldaie, per verificare che venga effettuata la manutenzione, che riduce le emissioni. La Giunta regionale non può revocare autorizzazioni che sono state rilasciate perché conformi alle regole.
Bisogna colloquiare con i cittadini – ha concluso la Cecchini – per mettere a loro disposizione tutte quelle informazioni utili a far sapere che in tutti gli atti della Regione, anche autorizzativi, si lavora all’insegna del miglioramento per quanto riguarda le emissioni. Già da tempo noi abbiamo chiesto a Arpa di fare un monitoraggio il più preciso e anche stringente, proprio perché ci sta a cuore la salute di una parte importante dell’Umbria”.
Anche il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, ha replicato a Movimento 5 Stelle e Lega Nord.
“Gli atti amministrativi, soprattutto quelli che vanno a chiudere impianti industriali, devono essere supportati da dati scientifici. Chi dice il contrario mente, lo fa in malafede per cercare facili consensi, oppure perché è un grande ignorante sul fronte dell’amministrazione pubblica e del rispetto delle procedure – ha affermato Di Girolamo.
La polemica politica che ruota intorno alla vicenda dell’inceneritore di Terni Biomasse sta assumendo caratteri non più tollerabili – ha aggiunto il sindaco – che nuocciono gravemente, non tanto all’Amministrazione, abituata a difendersi da attacchi di ogni genere, ma alterano la veridicità dei fatti e la capacità della comunità di attenersi a questa e solo a questa per la formazione di una obiettiva consapevolezza in materia. Le dichiarazioni di alcuni esponenti della Lega e del M5S, non corrispondenti al vero, incrementano confusione e allarmismo sulle posizioni, molto chiare, nette e più volte espresse, assunte da questa Amministrazione. Chi afferma che il sindaco, in occasione della Conferenza dei Servizi per il rilascio dell’Aia all’impianto dell’incenerimento Terni Biomasse, avrebbe potuto dare un no vincolante o produrre interventi atti a rallentare l’iter autorizzativo, dice una cosa inesatta. Il dato sanitario messo a disposizione dalla Asl, riguardante lo stato di salute della conca, nella procedura di aggiornamento dell’Aia non essendo correlato al dato epidemiologico, unico reale strumento capace di dare al decisore politico una base documentata certa e valida per negare un provvedimento autorizzativo Aia, non permette l’assunzione di tale decisione.
Confermiamo con forza la medesima posizione già assunta nella Conferenza dei Servizi e manifestata più volte, quando, con un atteggiamento di assoluta trasparenza, onestà e senso di responsabilità abbiamo affermato che il nostro parere era contrario al rilascio del provvedimento Aia, nel rispetto del potere autorizzativo che resta in capo alla Regione”.
“Abbiamo attivato – ha concluso Di Girolamo – tutti gli strumenti messi a disposizione dalla normativa di riferimento per poter giungere ad avere, un sistema di valutazione epidemiologico che sia valido e condiviso per le analisi dei singoli impianti e che serva da base comune per ogni seria e responsabile presa di posizione. Scorciatoie non esistono, chi dice il contrario espone l’Ente a disastri amministrativi che ricadrebbero tutti sulle tasche dei cittadini”.