Sulla vicenda della incompatibilità di Stefano Bandecchi con la carica di sindaco di Terni ha espresso un parere il Ministero dell’Interno, secondo il quale ne sussistevano, al momento dell’elezione, le cause. LO stesso Bandecchi, poi, dimettendosi da alcune cariche, come tutti sappiamo, ha sanato questa sua posizione anche se ha sempre sostenuto che non fosse un problema.
In questi giorni si è animato il dibattitto politico, anche se siamo in pieno agosto.
Oggi intervengono con un lungo comunicato il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, Marco Cecconi, Elena Proietti Trotti, Cinzia Fabrizi, Roberto Pastura, Orlando Masselli e il coordinamento comunale del partito.Fratelli d’Italia ripercorre, a cominciare dal 19 giugno quando ci fu la convalida degli eletti in consiglio comunale, tutta la questione. Con un auspicio che “magari il Nostro continuerà a stupirci con nuovi effetti speciali. Magari, prima o poi, ‘entro la scadenza dei termini’, Terni avrà persino un sindaco a norma di legge”.
FRATELLI D’ITALIA TERNI
La ridda di voci, indiscrezioni, ipotesi, scenari, anticipazioni, interpretazioni e via dicendo che si sono susseguite per tutto il pomeriggio di giovedì a proposito dell’incompatibilità, sì o no, di Stefano Bandecchi, rispetto al ruolo di sindaco conferitogli dalle urne, impone qualche parola di chiarezza, anche e soprattutto per la confusione ingenerata nella pubblica opinione.
Il primo doveroso elemento di chiarezza ci riporta a quando la questione delle incompatibilità è stata posta, a norma di legge, per la prima volta: ovvero, in occasione della seduta di insediamento del nuovo consiglio comunale, il 19 giugno scorso. Una seduta dedicata innanzitutto proprio alla convalida degli eletti, come prevede il TUEL (Testo Unico sugli Enti Locali), legge dello Stato di oltre vent’anni fa, tanto per dire che non si trattava e non si tratta certamente di norme pensate per Bandecchi…
Come per legge (a Terni come ad Aosta o Siracusa), è il Segretario generale del Comune a compiere l’istruttoria necessaria per verificare se, a carico di taluno fra gli eletti (si tratti del sindaco o di un qualunque consigliere comunale) sussistono o meno profili di incompatibilità, magari per un conflitto di interessi tra le attività private dell’eletto ed il ruolo che andrebbe ad assumere all’interno dell’istituzione. Ecco che allora, il 19 giugno scorso, il Segretario generale del Comune (funzionario del ministero dell’Interno), in una dettagliata relazione, certificava che sì, a carico di Bandecchi sussistevano conclamati profili di incompatibilità. Il sindaco negò. Il suo vice anche. Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia (come le altre opposizioni) prese atto, invece, della relazione del Segretario generale. I consiglieri di maggioranza di Alternativa Popolare, il partito del sindaco, votarono – all’opposto – contro quella relazione. Bene, oggi è ormai agli atti: con quella delibera, Bandecchi e i consiglieri di AP votarono il falso.
I consiglieri di Fratelli d’Italia hanno tempestivamente rappresentato l’accaduto al Prefetto. Il Segretario generale, a sua volta, ha comunque trasmesso l’incartamento, come per legge, al Prefetto stesso. Il Prefetto ha svolto un’istruttoria supplementare. E poi ha inviato il tutto al Ministero degli Interni. Il Ministero degli Interni è arrivato alle sue conclusioni, trasmesse per competenza, da parte del Prefetto, al sindaco ed al consiglio comunale proprio nella giornata di giovedì: ed ecco l’innesco delle voci, delle interpretazioni e degli scenari che taluni si sono prodotti ad ipotizzare.
Che al momento dell’insediamento del nuovo consiglio comunale, il 19 giugno scorso, Bandecchi fosse del tutto incompatibile con l’incarico di sindaco adesso è confermato, per ultimo, anche da questo parere definitivo formulato dal Ministero, di cui la città è venuta a conoscenza. Ma in realtà, a testimoniarlo senza ombra di dubbio, c’erano già proprio le scelte che Bandecchi stesso aveva fatto, giorno dopo giorno, da un mese e mezzo a questa parte. Ecco perché, in altre parole, proprio a partire da quel 19 di giugno, prima Bandecchi si è dimesso dalle cariche sociali (presidenza) esercitate fino a quel momento nella Ternana Calcio, nell’Università Unicusano, etc etc, poi ha venduto la Ternana stessa.
Nessuno glielo ha imposto. Nessuno l’ha perseguitato, ma figuriamoci. Non esistono leggi dello Stato pluridecennali anti-Bandecchi… Sono scelte obbligate per chiunque, da Aosta a Siracusa, passando per Terni. È lui che non poteva non esserne a conoscenza in partenza, ed ha fatto finta che non fosse un suo problema. È lui che ha preteso di potersene infischiare. È lui che ha provato a negare l’evidenza dei fatti (salvo poi dover correre ai ripari e smentire se stesso). È lui che si è candidato a sindaco non potendo non sapere di non poter fare legittimamente il sindaco nelle condizioni date. È lui che, dunque, ha truccato le carte in campagna elettorale. È lui che non vedeva l’ora di vendersi la Ternana, come da sua stessa ammissione già prima delle elezioni. È lui che poi, al riguardo, ha preferito temporeggiare per non perdere i voti facili delle tifoserie credulone… È lui che, alla fine, ha dato via le Fere ad una nuova proprietà che non risulta affatto attrezzata finanziariamente per corrispondere anche alle più modeste aspirazioni di campionato. È lui che ha buttato via quel progetto di nuovo stadio che aveva tanto sbandierato. È lui che ha fatto votare il falso a quei suoi consiglieri di maggioranza che, bocciando in aula, il 19 giugno scorso, la relazione del Segretario generale, hanno convalidato un’elezione che non poteva essere convalidata. E lui che ha giocato con la legge facendo la parte della vittima. Al mondo c’è sempre un sacco di gente che crede alle favole e va dietro agli incantatori di serpenti: e così sia. Quanto a noi, la politica decisa dalle sentenze, dalle ordinanze o dagli uffici legali non ci ha mai appassionato e non ci appassiona granché nemmeno adesso. Ma i fatti sono fatti e a sbugiardare Bandecchi (prima ancora che gli uffici e le autorità competenti) sono proprio le sue stesse scelte di queste settimane. Scelte e comportamenti che, per quanto ci si possa far imbonire dalle favole, si conciliano davvero poco con un concetto pur minimo di affidabilità: e questo la politica non può tacerlo.
La legge è legge: e, al riguardo, la legge prevede e consente che, una volta che (come in questo caso) siano state rilevate determinate cause di incompatibilità, l’interessato possa rimuovere quelle cause entro un certo termine. È così che si spiegano, appunto, come abbiamo già detto, le dimissioni e le vendite. Unicusano è ancora di proprietà di Bandecchi, scrive il Ministero. Però non è più proprietaria della Ternana Calcio. Potenziali conflitti di interessi legati allo stadio e simili sembrano dunque essere stati neutralizzati. Forse sussistono ancora questioni aperte tra il Bandecchi-imprenditore con permanenti interessi su Terni ed il Bandecchi-sindaco? La questione della clinica privata…? Il nuovo Palazzetto dello sport e la sua futura gestione…? Chissà, magari il Nostro continuerà a stupirci con nuovi effetti speciali. Magari tirerà fuori sul filo di lana, prima della scadenza dei termini di legge, qualche altra trovata per aggirare la legge all’ultimo minuto. Altre vendite, altre dimissioni, progetti che passano di mano…? Si tratterebbe, se così fosse, di nient’altro che di ulteriori conferme di altrettante cause di incompatibilità. Sarebbero nient’altro che ulteriori conferme di una legittimazione (ad esercitare il ruolo di sindaco) inesistente sin dall’inizio e rimasta a lungo farlocca. Magari, prima o poi, “entro la scadenza dei termini”, Terni insomma avrà persino un sindaco a norma di legge. Per il momento, c’è chi l’ha solo millantato.