“La crisi dell’emittenza privata umbra, quanto dell’intero sistema informativo regionale, è conclamata e rischia di aggravarsi ulteriormente”.
Maria Gabriella Mecucci, Presidente del Corecom, il Comitato regionale per le comunicazioni dell’Umbria, è stata categorica. “Allo stato di crisi già dichiarato da alcune tv private – ha spiegato alla presenza di una delle componenti del comitato, Maria Mazzoli – si associa il calo costante delle copie vendute dai quotidiani locali, che nell’ultimo anno ha toccato il 10 per cento. Appare dunque evidente, anche alla luce del deprecabile epilogo della vicenda Giornale dell’Umbria, prevedere azioni di sistema a sostegno del complesso dei media umbri”.
La Mecucci ha evidenziato di avere riscontrato una grande attenzione e sensibilità da parte dell’Assemblea legislativa umbra, sia dalla Presidente Porzi, che dai gruppi politici di maggioranza e d’opposizione. “È necessaria una seria politica di sostegno allo sviluppo dell’informazione regionale – ha aggiunto la Presidente del Corecom – che supporti carta stampata ed emittenti private puntando molto sul web, unico ambito davvero in grado di reggere e di ampliarsi, garantendo un futuro all’informazione regionale e al quadro occupazionale dei giornalisti”. Per Mecucci “il settore dell’editoria va visto nel suo insieme, pensando a provvedimenti che focalizzino le necessità di intervento, ipotizzando una cabina di regia che ottimizzi e agevoli il sistema di accesso ai finanziamenti disponibili o ad un intervento normativo apposito, laddove l’Assemblea legislativa lo ritenga opportuno. Si tratta però – ha aggiunto – di un percorso da affrontare con attenzione e cautela, dato che gli esempi della Toscana e del Veneto dicono che anche leggi regionali ben meditate e apparentemente efficaci possono scontrarsi con difficoltà di attuazione”.
“Quanto al sostegno alle televisioni private – ha detto la Presidente del Corecom dell’Umbria – potrebbero rivelarsi importanti alcune decisioni nazionali: il rifinanziamento della legge ‘448/’98’ – Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo’, che però dovrebbe essere più controllato e mirato a chi fa davvero impresa editoriale, e l’extra gettito atteso dal nuovo sistema di riscossione del canone Rai, che dovrebbe ammontare a circa 50 milioni di euro, sempre che – ha concluso – questi siano aggiuntivi e non sostitutivi di altri capitoli di finanziamento”.
L’argomento sarà anche al centro di un convegno che si svolgerà venerdi prossimo, 19 febbraio, sempre a Palazzo Cesaroni di Perugia, intitolato “Il sistema televisivo e l’emittenza privata: crisi e prospettive”.