Sabrina Paravicini – attrice, sceneggiatrice, regista e scrittrice – sarà a Terni giovedì 28 novembre, ore 17 biblioteca comunale, per presentare il suo libro “Io ragiono con il cuore. Mio figlio Nino, la sindrome di Asperger e una nuova visione del mondo” Rizzoli 2019. Ad accompagnarlail figlio Nino. All’incontro interverranno Cristiana Paolocci dell’ANGSA Umbria onlus, Chiara Capezzali de La Semente di Spello e la fotografa Melissa Marchetti che esporrà alcuni ritratti fatti a Sabrina Paravicini per il progetto “Raccontare una donna”. Un progetto che, attraverso l’obbiettivo di Melissa Marchetti, ha visto mostrarsi e raccontarsi alcune protagoniste del cinema e del teatro italiano che hanno tentato di raccogliere i frammenti della propria identità e in un’immagine si assembla il loro Racconto.
“Nino e io – dice Sabrina Paravicini – siamo compagni di vita e di viaggio. Cosa mi ha insegnato la sua sindrome autistica? Che la diversità è solo negli occhi di chi guarda e spesso guarda male. Che la vita è un’avventura e non una corsa. È una sfida e non una gara. Che essere genitori significa amare incondizionamente, accettare le fragilità dei figli, soprattutto quelle. Significa per me non avere nessuna aspettativa su mio figlio, anzi: aspetto solo di riconoscere i suoi talenti che sbocciano ogni giorno. Ecco, Nino mi ha insegnato la pazienza, la lungimiranza, la speranza”.
La disperazione più buia è quella di una madre che riceve, per il proprio bambino di neanche tre anni, una diagnosi di autismo infantile in forma severa che negli anni, sorprendendo gli stessi neuropsichiatri, si trasforma in un autismo ad alto funzionamento: la sindrome di Asperger. Torniamo indietro a circa dieci anni fa: Sabrina Paravicini è un’attrice di successo e da un giorno all’altro, cancella provini e impegni per dedicare tutte le proprie energie al piccolo Nino. A lei il suo bambino, anche se ripete filastrocche lunghissime e impila oggetti inadatti a stare uno sopra l’altro, non è mai parso “strano”, ma “strano” appare ai compagni e alle educatrici della scuola d’infanzia con cui ha evidenti difficoltà a relazionarsi. Sabrina – terrorizzata che Nino non impari mai a leggere e scrivere né possa avere una vita normale, innamorarsi, una sua famiglia, un figlio… – intraprende con lui un faticoso cammino fatto di visite neuro-psichiatriche, interminabili soste in sala d’attesa, battaglie con la burocrazia, terapie sbagliate da abbandonare. Ma fatto anche di incontri importanti con tante persone in difficoltà come loro e con professionisti che hanno saputo aiutarli (sempre nel servizio pubblico!). È così che, piano piano, si compie il miracolo: Nino, con accanto una mamma capace di infondergli tanto amore, sviluppa una sensibilità sorprendente e un suo modo dolce e acuto di comunicare e di osservare la realtà. Un talento così spiccato e particolare da permettergli addirittura di ideare e realizzare con la madre il film «Be Kind» sul tema della diversità, vista come qualcosa che dobbiamo trattare con gentilezza e valorizzare per imparare tutti quanti a vivere più armoniosamente insieme. E quindi a essere più felici.