Le organizzazioni sindacali degli inquilini e assegnatari hanno organizzato un presidio molto partecipato sotto la prefettura di Terni con l’obiettivo di manifestare e sensibilizzare sui gravi ritardi cumulati in riferimento al bando per le case popolari in Umbria. Durante la manifestazione una delegazione sindacale è stata ricevuta in prefettura, dove sono state esposte le ragioni della mobilitazione.
Da oltre 4 anni il bando per le case popolari non viene pubblicato in Umbria e tale ritardo comporta gravissime conseguenze per i nuclei famigliari che versano in condizioni economiche critiche e che attendono l’apertura del bando per vedersi riconosciuto il diritto alla casa.
“Parliamo di migliaia di nuclei famigliari in Umbria – scrivono i sindacati – che non hanno le condizioni economiche per sostenere i costi dei contratti di locazione nel mercato privato. Segnaliamo che rispetto alla situazione reale, il numero di alloggi a disposizione nel prossimo bando non sarà sufficiente, tanto che la maggioranza dei nuclei famigliari in condizioni critiche non riuscirà a vedersi assegnato l’alloggio. Per tale motivo ribadiamo che non è più rinviabile una campagna regionale di recupero e adeguamento delle centinaia di alloggi Ater non assegnabili per problemi di compatibilità con le vigenti normative.
Sosteniamo che la casa è un diritto, non un paradosso. Nella realtà dei fatti, spesso capita che il diritto alla casa diventi un paradosso se è vero, come è vero, che si contano decine e decine di nuclei famigliari numerosi che, pur avendo partecipato all’ultimo bando e pur essendo ai primissimi posti della graduatoria, da anni non si vedono assegnato l’alloggio poiché non sarebbero disponibili alloggi per nuclei famigliari composti da 5-6 persone. Nel frattempo, contiamo decine di nuclei famigliari (già assegnatari) ormai composti da 1-2 persone che da anni chiedono di spostarsi in alloggi più piccoli, liberando così gli alloggi utili per i nuclei famigliari più numerosi. Eppure, nonostante i nostri ripetuti solleciti, nulla si muove su tale fronte.
La protesta non riguarda soltanto i nuclei famigliari in attesa del bando ma anche tutti quei nuclei famigliari che risultano già assegnatari di alloggi popolari e che richiedono da molto tempo il cambio dell’alloggio per sopraggiunte gravi patologie dei componenti che, spesso, si trovano costretti in alloggi del tutto inadatti ad ospitare portatori di handicap. Parliamo di persone che vivono in alloggi con barriere architettoniche e/o privi di ascensore; situazioni che, di fatto, comportano l’assurda condizione di assegnatari per i quali la casa diventa una prigione.
Chiediamo l’attivazione di tutte le procedure per l’emergenza abitativa che, nella nostra regione, trova applicazione in poche amministrazioni comunali e che segna la differenza tra la possibilità di contare su un alloggio che tenga uniti i nuclei famigliari in gravi condizioni economiche, in attesa del bando.
Denunciamo la grave condizione delle migliaia di nuclei famigliari che ogni anno potevano contare sull’aiuto derivante dal Fondo Nazionale per le Locazioni, di fatto non finanziato dal Governo: tale condizione comporterà un sensibile aumento degli sfratti per morosità ed evidenti perdite economiche per tutti i locatori che annualmente avevano la possibilità di recuperare eventuali canoni non pagati. Per tale motivo, è fondamentale che la Regione dell’Umbria e tutti i comuni si dotino degli strumenti atti a sostenere i nuclei famigliari in difficoltà, concludono i sindacati, al fine di evitare un potenziale ondata di ulteriori sfratti”.