Il Festival Sacro Incanto, organizzato dall’associazione Incanto per portare la grande musica sacra nelle chiese umbre nel periodo pasquale, si conclude con due appuntamenti che uniscono l’alto significato spirituale alla grande bellezza musicale. Sabato 1 aprile alle ore 21 nella chiesa di San Francesco a Terni verrà eseguita la “Petite messe solennelle” di Gioachino Rossini, un raffinato capolavoro della piena maturità del compositore. Domenica 2 aprile alle ore 17.30 nell’Abbazia di San Nicolò a San Gemini saranno cantate semplici e toccanti “laude”francescane, conservate in un manoscritto della fine del Quattrocento ma la cui origine è probabilmente ancora più antica. I due concerti sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti. Sicuramente eserciterà un grande richiamo su tutti gli appassionati della musica il concerto di sabato alle 21 nella chiesa di San Francesco a Terni, che permetterà di ascoltare un capolavoro di rara esecuzione, scritto da Rossini dopo aver dato l’addio all’opera nel 1829, ad appena trentasette anni. Nei quarant’anni di vita che gli restavano, scrisse soltanto qualche piccolo brano d’occasione e due grandi composizioni sacre, di cui la più ampia è importante è appunto la “Petite messe solennelle”, scritta nel 1863: anche in questo caso Rossini non rinunciò alla sua ironia, intitolando questa sua unica Messa sia solenne (per le dimensioni) sia piccola (per i pochii esecutori che richiede). Dirige Giovanni Battista Rigon, particolarmente apprezzato proprio per le sue interpretazioni rossiniane. I quattro cantanti solisti sono Elisa Cenni, Diana Bertini Tosti, Roberto Jachini Virgili e Federico Benetti. Completano il cast la Corale Amerina (Maestro del coro: Gabriele Catalucci, anche all’armonium) e il pianista Emanuele Grigioni. La domenica delle Palme alle ore 17.30 nella suggestiva e mistica Abbazia di San Niccolò a San Gemini l’Ensemble Micrologus, considerato il migliore gruppo per l’esecuzione della musica medioevale in Italia e uno dei migliori in Europa, farà ascoltare in prima esecuzione moderna canti devozionali francescani di semplice ma straordinaria bellezza che imploravano la Vergine. A quest’incontro, che non può essere definito concerto e tantomeno spettacolo, è stato dato il titolo Ave Donna, chiara stella. Queste Laude francescane sono conservate in un manoscritto marchigiano della fine del Quattrocento, ora nella biblioteca della Columbia University di New York. Ma la loro origine è ancora più antica: si tratta infatti di una raccolta di canti francescani preesistenti, che supplicavano l’aiuto della Madonna di Loreto contro le pestilenze che imperversarono in Europa nel Trecento e nel Quattrocento. Informazioni: tel. 347 235 9384 www.operaincanto.com.