Rispondendo in sede di Question Time a una domanda del capogruppo della Lega Stefano Pastorelli sulla situazione attuale nell’ospedale di Terni, l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto ha spiegato:
““l’azienda ospedaliera di Terni ha come mission la diagnosi e la cura dei pazienti covid, i trasferimenti avvengono solo quando le condizioni cliniche lo permettono. La direzione ha intrapreso adeguate azioni per fronteggiare l’emergenza covid a cominciare dall’istituzione della task force, con un’attenzione a obiettivi particolari, come la tutela dei lavoratori dell’azienda, la risposta assistenziale ai pazienti covid positivi nei diversi setting: pronto soccorso, degenza ordinaria semintensiva e intensiva, tutela dei caregiver e dei vari operatori esterni all’azienda in transito nell’ospedale.
Nel 2020 sono state potenziate tutte le strutture tramite nuove assunzioni sia a tempo determinato che indeterminato, oltre a numerose stabilizzazioni. Ciò ha determinato un saldo positivo, anche a fronte di pensionamenti e dimissioni, pari a 120 operatori fra cui 12 anestesisti, gli altri sono medici, ostetriche, tecnici e assistenti.
In questa situazione, con la carenza di medici a livello nazionale, il numero chiuso, le borse di studio limitate, emerge che il problema viene da molto distante, non è da addebitare all’attualità. L’imbuto formativo e il numero chiuso hanno stretto di molto le maglie di un filtro che ci ha portato a questa situazione. Strette legate all’economia e al Decreto legge 95 del governo Monti, che hanno portato a 37 miliardi di euro di tagli in dieci anni.
La task force aziendale è stata ripristinata nell’agosto scorso e la sua attività si è concentrata su: ottimizzazione della rotazione di posti letto, ridefinizione dei percorsi di emergenza-urgenza, ridistribuzione delle risorse umane, mappatura delle risorse tecnologiche, il potenziamento della sorveglianza e della sicurezza degli operatori sanitari, il piano di informazione e comunicazione. I principali interventi organizzativi riguardano le degenza: 24 posti letto a malattie infettive e nuovi posti letto di semintensiva; l’apertura dei reparti covid 1, 2 e 3 e la previsione, se le circostanze lo richiedono, di ulteriori posti letto. Per quanto riguarda l’attività chirurgica, la situazione ha comportato lo spostamento di personale nei reparti di terapia intensiva e la riduzione delle attività ordinarie, garantendo la chirurgia ai malati oncologici e con patologie tempo dipendenti. É stata preservata l’attività di emergenza-urgenza. Le altre attività chirurgiche sono comunque riprese dallo scorso mese di novembre e vengono effettuate con la collaborazione delle case di cura private”.
Pastorelli aveva invitato l’assessore Coletto a “fornire tutti gli elementi utili al fine di fare piena e definitiva luce in merito a quanto affermato dal consigliere regionale Fabio Paparelli (Pd), in un comunicato, circa “l’esistenza di una totale disorganizzazione interna dell’ospedale e la presenza nei corridoi dello stesso di pazienti malati di covid. Il tutto senza avere il minimo supporto di elementi che provino ciò”.
Il consigliere della Lega Pastorelli, nell’illustrazione dell’atto ha ricordato alcune affermazioni del consigliere Paparelli, contenute in un comunicato stampa, secondo le quali , a seguito della delibera della direzione Asl 2, sarebbe risultato che la metà dei posti Rsa disponibili presso il centro geriatrico erano stati riservati ai pazienti Covid e solo 5 sarebbero risultati occupati.
Paparelli aveva anche sottolineato che, se nello stesso momento, per mancanza di posti, 23 pazienti Covid si trovavano sistemati nei corridoi del quinto piano dell’ospedale, non capiva la ragione per cui l’Azienda ospedaliera si ostinava a non trasferirli presso il centro geriatrico invece di tenerli in corsia o dirottarli sull’ospedale di Spoleto. Paparelli, nello stesso comunicato, evidenziava infine come ‘all’interno dello stesso centro geriatrico solo 4 dei 20 posti Rsa non Covid erano occupati, evidenziando che i tempi di riempimento erano destinati ad allungarsi dato che, prima dell’accesso alla struttura, è richiesta una quarantena di almeno 5 giorni’.