Nel 2019 i lavoratori domestici regolari in Umbria erano 18.268, dato in costante calo dal 2012 (-14%). I dati INPS rivelano una leggera preminenza delle badanti (52%) sulle colf. La forbice tra queste due tipologie di lavoratrici si sta allargando: il sorpasso è avvenuto nel 2018, con le badanti in costante, seppur lieve, aumento e le colf in calo. La sanatoria 2020 dei lavoratori stranieri potrebbe portare ad un aumento di 1.744 di lavoratori.
Sono alcuni dei principali dati che fotografano il settore, raccolti ed elaborati nel Rapporto annuale 2020 sul lavoro domestico realizzato dall’Osservatorio nazionale Domina, con la collaborazione della Fondazione Leone Moressa di Mestre.
A livello provinciale, Perugia conta i tre quarti dei lavoratori domestici regionali (il 75,5% delle colf e il 78% delle badanti). Anche in termini relativi, il capoluogo registra un’incidenza maggiore: 10,1 colf ogni mille abitanti, 9,5 a Terni e 13,2 badanti ogni cento anziani, 10,1 a Terni.
Il 53,6% dei domestici proviene dall’Est Europa, sono quasi tutte donne (91,6%) e hanno in media 49,5 anni. L’incidenza degli italiani è maggiore nelle famiglie che non richiedono la convivenza (34%). Complessivamente, nel 2019, le famiglie umbre hanno speso 146 milioni di euro per la retribuzione dei lavoratori domestici. La cifra comprende stipendio, contributi e TFR. Il valore aggiunto si aggira attorno a 300 milioni di euro.
Le prospettive demografiche rivelano che nel 2050 in Umbria vivranno 44mila anziani in più (ultra-ottantenni) e 14mila bambini in meno (0-14 anni), valori che suggeriscono una crescita potenziale del numero di badanti. La componente anziana sarà più numerosa di quella infantile (14,6% della popolazione contro 11,3%), con evidenti ripercussioni socio-economiche.