L’avvocato del Foro di Terni, Massimo Oreste Finotto, è stato ospite della puntata di domenica scorsa di “Non è l’arena”, su La7, condotta da Massimo Giletti.
L’avvocato Finotto è il legale difensore di Anna Verde, al centro di un intricato caso di presunte molestie sessuali che sarebbero avvenute all’interno del convento dei frati cappuccini di San Giovanni Rotondo, quello di Padre Pio, dove lei lavorava, in cucina.
Convento che lei definisce “un porcile”. Molestie e abusi sessuali li avrebbe subiti dai sacerdoti e anche da altri colleghi laici.
A raccogliere la sua testimonianza e le sue angosce un altro sacerdote, padre Domenico. Dice di essersi fidata di lui perché “aveva una luce negli occhi, aveva gli occhi buoni.Ha capito la mia sofferenza che portavo da tempo.” Figura ambigua, questo frate, tanto che è stato costretto a dimettersi dall’ordine dei francescani. Quindi non dovrebbe più farsi chiamare padre Domenico. Attualmente la donna vive proprio in casa sua.
Mentre racconta le sue disavventure, Anna Verde, si commuove , piange. Sono lacrime vere o è una consumata attrice?
Secondo l’avvocato Fabio Verile, che difende i frati di San Giovanni Rotondo, la donna “mente spudoratamente, mente dall’inizio, è stata lei che ha provato a sedurre in tutti i modi, i frati, i laici, ci sono i testimoni, per questo ha dovuto cambiare 11 avvocati, è stata definita inattendibile e inaffidabile da 6 magistrati.Dice cose palesemente false che hanno arrecato danni gravissimi ai frati.”
Tra le cose che ancora non sono entrate nei processi la Verde fa vedere in trasmissione due messaggi volgari che – dice lei – le avrebbero inviato due frati.”
Questi messaggi esistono? “Esistono perché me li ha fatti vedere la signora – afferma l’avvocato Finotto – insieme ad altri. Non posso sapere se sono riconducibili ai frati perché non sono in possesso dell’utenza telefonica.” Secondo quanto riferisce la signora e precisa l’avvocato Finotto “questi messaggi, insieme ad altri elementi probatori sono stati consegnati ai vari avvocati ma questi elementi non sono entrati nel processo.”
Questo sarebbe anche il motivo per il quale la signora Verde ha cambiato ben 11 avvocati prima di affidare l’incarico a Massimo Finotto. Fra archiviazioni, prescrizioni, derubricazioni e quanto altro si è arrivati a una sentenza della Corte di appello di Bari che ha dichiarato attendibile la signora Verde “e inattendibili tutti i testimoni.”
Da questa sentenza e dalla ricerca del telefonino per i riscontri dei messaggi ricomincia il lavoro dell’avvocato ternano che dovrà provare la veridicità delle accuse pronunciate dalla sua assistita.