Proseguendo nelle taverne della festa, si incontra Mezule, il terziere in bianconero. Come per gli altri, il servizio è di una velocità sorprendente, curato da una nidiata di giovanissimi, pieni di buona volontà, che non lasciano mai da solo l’avventore. Saltando l’antipasto, che non sembrava niente di che, ecco il primo. Porzioni smezzate per gustare di più, in un tavolo comunitario, dove si sono scambiate parecchie portate. Ed allora sarebbe degno di lode il piatto manfricoli cacio e pepe solo che per strafare c’è stato messo anche il pesto. Purtroppo, i manfricoli, cotti benissimo, non avevano nessun sapore prevalente.
Buona la polenta, anche se poco consistente.
E buono anche il contorno di cicoria.
La faraona alla leccarda, assaggiata da un commensale, era superba, ben cotta e piena del suo sapore, davvero invitante.
Il vino senza spunti eccezionali, sufficiente. Il conto nella norma della festa, non tanto, non poco, per due primi ed un contorno, mezzo vino ed acqua: 27 euro.
Non poteva mancare una incursione al “Saporetto”, la bottega dei dolci di Santa Maria. Davvero una bella idea, con le torte ben in vista. Non si è compreso il nome di quelle gustate ma erano insospettabilmente buone. Due tranci di torta, due Vinsanto ed un Moscato d’Asti. 20 euro. Tondi tondi.