Cosa succederà al mercato immobiliare una volta superata l’emergenza sanitaria in atto?
E’ una domanda “inutile quanto dannosa” da porsi, ,oggi, secondo il Presidente del collegio provinciale della Fiaip di Terni, l’associazione che riunisce gli agenti immobiliari italiani professionali, Luigi Gentile.
Ci sono variabili non trascurabili e al momento non definibili, secondo Gentile.
DI LUIGI GENTILE
Nel momento in cui l’ Italia è impegnata nel debellare l’ epidemia di Coronavirus, trovo inutile quanto dannosa ogni valutazione riguardante futuri e/o futuribili risvolti economici nel settore immobiliare; soprattutto se la valutazione, a titolo personale, vorrebbe descrivere scenari quanto più possibilmente realistici.
È inutile poiché come il fotografo inesperto, saremmo in grado solo di scattare tante fotografie sfocate, buone solo per il cestino.
Non possiamo ancora ragionare su tutta una serie di dati fondamentali che, una volta definiti e/o definibili con esattezza, porteranno ad un unico scenario. Lascio quindi ai competenti in materia le analisi di contenuto, ma voglio evidenziare come importanti e decisive saranno: 1) le misure che il Governo varerà per garantire liquidità, nei prossimi mesi (quelli della ripartenza), ad imprese, partite iva e famiglie; 2) le relative coperture finanziarie a garanzia dell’ aumento del debito pubblico e 3) le risposte ad entrambe da parte dei mercati finanziari. Tutte variabili di peso, non trascurabili e al momento non definibili.
La chiusura totale di alcune attività ha creato, nel settore immobiliare, certamente un problema legato alla perdita di redditività (al momento) degli immobili oggetto di locazioni commerciali (uffici, negozi, ecc.) e di quelli che riguardano il positivo (fino a qualche mese fa’) settore turistico.
Governo e Comuni hanno già individuato alcune risposte, e molti agenti immobiliari, seppur tra le pareti delle loro case, sono professionalmente al fianco dei loro clienti, proprietari e conduttori, che cercano una consulenza adeguata al momento.
È infine dannoso perché, vista l’ inutilità di ogni valutazione fatta in questo momento, ingenera sconforto nella collettività, suscitando negli individui l’ idea di non riuscire a rivedere la luce dopo il periodo di tenebre. Lo sconforto crea solo tensione sociale, assolutamente inopportuna in un momento delicato come questo.
Attendiamo fiduciosi nella nostra casa, che in questi giorni di emergenza sanitaria, ha dimostrato tutto il suo valore di bene primario per il nucleo familiare.
Auspichiamo che proprio la casa sia una delle basi su cui far ripartire il Paese, per assicurare il benessere economico e sociale, soprattutto a quei cittadini non ancora proprietari della prima casa.
L’ Italia è un grande Paese e gli Italiani stanno dimostrando di formare un grande popolo, ben rappresentato nel mondo da chi oggi è in prima linea nella lotta alla epidemia.
Restiamo a casa, uniti idealmente gli uni agli altri, e prepariamoci con i migliori propositi a tornare al nostro posto, ancora più determinati di prima.
L’AUTORE E’ PRESIDENTE DEL COLLEGIO PROVINCIALE FIAIP DI TERNI