“L’operazione Spada è solo la punta dell’iceberg. La mangiatoia è finita” ha esordito così il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Andrea Liberati alla conferenza stampa, indetta insieme ai consiglieri comunali e al senatore Stefano Lucidi, per esporre quelle che definiscono “le plurime vicissitudini giudiziarie che stanno travolgendo la maggioranza, con pesantissime ripercussioni sul futuro governo della città e alcune imminenti ed eclatanti iniziative del M5S, volte a fare in modo che i cittadini ternani e umbri possano essere pienamente e copiosamente informati dei fatti”. Grave è stato definito il comportamento del sindaco, della giunta, dei consiglieri “che vanno avanti facendo finta che nulla sia accaduto”. “La mala gestio, ha affermato Liberati, è un sistema di impoverimento delle casse pubbliche” e “la gestione anomala di determinati appalti, ha rincarato Trenta, fa sì che molte persone non abbiano un lavoro”. Bacchettate anche all’opposizione che starebbe “perdendo tempo”. E per la stampa nazionale: “Il caso Di Girolamo, hanno sostenuto, è di portata nazionale ma rimane circoscritto in loco”.
Le iniziative. È in essere un certosino controllo di atti riguardanti il settore socio-sanitario, dove il movimento ha già riscontrato e segnalato alle autorità diverse anomalie. “Stiamo riguardando vecchi appalti, ha spiegato Angelica Trenta, con una nuova lente”. “Un’operazione normale, ha sottolineato Valentina Pococacio, che chiunque si trovi davanti ad un’anomalia dovrebbe fare”. “Abbiamo prenotato anche uno spazio gazebo, ha aggiunto Liberati, che terremo fino alla fine dell’anno per diffondere ciò che emerge dall’operazione Spada. Leggeremo gli atti e le trascrizioni delle intercettazioni, perché i cittadini debbono sapere. È necessario ripristinare lo stato di diritto”. “Questa giunta, ha sostenuto Lucidi, non ha più nulla da offrire. Noi possiamo essere interlocutori validi.” “La città non può essere ostaggio di un partito, ha affondato Federico Pasculli, del PD che in tempi passati reclamava onestà ora non c’è traccia”. “Vogliamo la normalità, hanno detto in coro, a Terni e ai ternani non viene garantito un minimo di dignità”.