Inquina o non inquina la discarica di vocabolo Valle, a Terni?
Se ne è discusso, durante il question time, nel consiglio regionale dell’Umbria.
Nell’interrogazione alla giunta i consiglieri del Movimento 5 Stelle, Maria Grazia Carbonari e Andrea Liberati, hanno sottolineato il fatto che “in Umbria esiste un sito che, da circa un secolo, accoglie alcune decine di milioni di tonnellate di rifiuti industriali. Si tratta della discarica prima di vocabolo Pentima e poi di vocabolo Valle, in gestione dagli anni ’90 alla società Thyssen. Si tratta di volumi che non hanno pari nel Centro Italia e che vengono disposti in un’area collocata a un passo dalla Cascata delle Marmore. Nonostante tale discarica insista in un sito nazionale da bonificare, la Regione prosegue nell’autorizzare lo sversamento sui residui catini. E questo a dispetto della verificata presenza di cromo esavalente sia negli acquiferi della discarica che in aree del contiguo polo siderurgico. Ci chiediamo come mai la Regione prosegua nel consentire l’abbancamento di enormi quantità di rifiuti industriali in una discarica che, peraltro, non è nemmeno totalmente impermeabilizzata. E vorremmo sapere come la Giunta abbia speso su questa zona la decina di milioni di euro sin qui incamerati grazie alla ecotassa”.
Pe ril Movimento 5 Stelle, dunque, la presenza della discarica rappresenta un grave pericolo per l’ambiente.
Ha risposto l’assessore Fernanda Cecchini:”il polo di Terni ha una autorizzazione del 2001 a cui sono seguiti circa 50 provvedimenti di aggiornamento, molti rilasciati dalla Provincia e poi dalla Regione.
Nell’Aia del 2010 – ha detto la Cecchini – è compresa anche la discarica di Vocabolo Valle. La sua capacità residua, che non è mai stata ampliata, garantirà ancora per molti anni il conferimento di scorie già sottoposte al processo di recupero di residui ferrosi. Circa 300 mila tonnellate l’anno finiscono in discarica, che diminuiranno con le procedure di riciclo. Dalla sua realizzazione ad oggi non si sono registrate contaminazioni, essendoci un sistema di impermeabilizzazione. Nei pressi ci sono altri vecchie discariche, che rientrano nei siti nazionali da bonificare, che hanno invece portato a contaminazioni legate al cromo. L’attività produttiva di Ast e il conferimento delle scorie non è stata mai collegata alla contaminazione registrata. L’Autorizzazione integrata ambientale ha comunque forza inferiore alle decisioni del ministero, che potrebbe quindi interrompere i conferimenti. Al momento – ha concluso l’assessore – non ci sono elementi per prevedere l’interruzione dei conferimenti. Risulta invece urgente la conclusione delle operazioni di bonifica e ripristino delle vecchie discariche che hanno causato la contaminazione”.
Il consigliere Liberati ha replicato:”“non ci sono approfondimenti effettuati dalla Regione sulla contaminazione prodotta dalla discarica. Esistono solo i dati forniti dall’Ast e dalla multinazionale, che non investe nulla in questo campo. Le tonnellate conferite non sono 300mila ma oltre 400mila. Bisognerà anche capire dove vano a finire i soldi per quei conferimenti. Al momento le contaminazioni ci sono e interessano le acque sotterranee”.