A Marco Laurenti, docente universitario e ricercatore presso il centro oncologico nazionale di Madrid, ternano trapianto in Spagna, abbiamo chiesto di descriverci qual’è la situazione in Spagna oggi dopo che il coronovirus si è diffuso rapidamente, più in fretta che in Italia.
DI MARCO LAURENTI
Al momento i numeri delle persone contagiate è di 39500 , 2800 decessi, e 3770 guariti e ieri i nuovi contagi sono stati più di 5000. I più colpiti sono gli anziani e le residenze per anziani (solo in una residenza qui a Madrid ne sono morti 80). Guardando una grafica de “El Pais” sembra che nello stesso periodo in Spagna ci sono più casi che in Italia, ma forse dipende semplicemente dal numero di test realizzati. Anche se oggi hanno confermato che il numero dei contagi è in aumento rispetto all’Italia.
Visto che ci sono ecco anche un dato sulla Germania che ho avuto da un mio amico che è infermiere in un ospedale di Amburgo. Sembra chelì non stanno facendo i test sulle persone decedute per vedere se erano state contagiate dal covid-19. Forse anche per questo motivo hanno così pochi deceduti rispetto ai 30.000 contagi.
Anche qui in Spagna il primo morto per coronavirus è stato il 21 febbraio, ma l’hanno scoperto solo il 4 marzo dopo che gli hanno fatto il test, quindi il virus è in circolazione da molto più tempo.
Qui le prime misure erano state prese dalle regioni di Madrid e dei Paesi Baschi l’11 di marzo decretando la chiusura per 2 settimane di tutte le attività educative, e tutte le aziende con servizi nel terziario erano state incoraggiate allo smart-working per i loro impiegati. In quel momento i contagi erano circa 1.600 in tutta la Spagna, anche se la maggior parte in queste due regioni.
Due giorni dopo il governo e tutte le regioni decretavano la chiusura di tutte le scuole e università per un periodo di due settimane ed era già allo studio di dichiarare lo stato di emergenza nazionale.
Finalmente dopo 5.200 contagiati e numerosi decessi (erano già sui 200), sabato 14 marzo il governo spagnolo ha decretato lo stato di emergenza. Nel decreto si da pieni poteri (in Spagna le regioni sono autonome in tema di sanità, educazione, e altre competenze) ai ministeri di Sanità, Interni, Difesa, e Trasporti per decidere una strategia a livello nazionale.
A differenza dell’Italia il decreto prevede la limitazione della libera circolazione delle persone che possono circolare solo per svolgere le seguenti attività:
1) Acquisto di alimenti, prodotti farmaceutici e generi di prima necessità.
L’apertura al pubblico di esercizi commerciali è sospesa, ad eccezione degli esercizi commerciali per prodotti alimentari, bevande, prodotti e generi di prima necessità, farmacie, ottiche e ortopedie, prodotti igienici, giornali e articoli di cartoleria, carburanti, tabacchi, telecomunicazione, alimenti per animali domestici, e lavanderie.
2) Assistenza a centri sanitari, servizi e stabilimenti.
3) recarsi sul posto di lavoro per svolgere le proprie attività lavorative, professionali o commerciali che sono rimaste aperte.
Moltissime aziende tipo SEAT, IVECO, Mercedes, Renault, AIRBUS, Burger King, etc.., hanno già chiesto la cassa integrazione e si prevede che all’incirca 5 milioni di persone andranno in cassa integrazione. Il settore edile però continua in marcia. La maggior parte delle persone si sta già preoccupando della crisi che verrà dopo la pandemia a livello economico. I giornali oggi hanno stimato un calo del 12% del PIL.
4) Rientro nel luogo di residenza abituale dopo il lavoro.
5) Assistenza e assistenza per anziani, minori, persone a carico, persone con disabilità o persone particolarmente vulnerabili.
6) Per cause di forza maggiore o necessità.
Per farla breve, la maggior parte dei residenti in Spagna è confinata in casa (si può portate fuori il cane) da una settimana e hanno appena annunciato che chiederanno al parlamento di autorizzare altre due settimane in più rispetto alle due iniziali. Si prevede che lo stato d’emergenza duri fino a dopo Pasqua. Per questo motivo hanno deciso che le scuole dovranno continuare l’attività didattica in maniera virtuale.
La reazione degli spagnoli in generale è stata abbastanza compatta e si sta capendo la gravità della situazione, per questo motivo la maggior parte della gente rispetta la quarantena. Anche se c’è da dire che anche qua in una settimana sono state multate 31000 persone e fermate 1.000 per non aver rispettato la quarantena e il divieto di circolazione.
Comunque anche qua la maggior parte della gente crede che il governo non ha gestito bene la crisi. Avevano due settimane di vantaggio vedendo quello che stava accadendo in Italia e non hanno preso misure (comprare mascherine, test, organizzare ospedali, preparare il personale sanitario), anzi all’inizio dicevano che non era necessario visto che la situazione era totalmente differente rispetto all’Italia. Per questo motivo avevano autorizzato la manifestazione dell’8 Marzo anche se i contagi erano già più di 600.