Con un emendamento approvato al Senato al decreto “Milleproroghe” il governo ha congelato risorse per quasi 4 miliardi di euro da destinari ai piani di recupero delle periferie delle più grandi città italiane. Il provvedimento riguarda anche Terni e Perugia.
In proposito va ricordato che lo scorso dicembre l’allora presidente del consiglio, Paolo Gentiloni firmò il bando periferie per Terni e Perugia con sindaci delle due città, Di Girolamo e Romizi.
L’investimento su Terni è di 13 milioni di euro e riguarda il risanamento di aree come quelle ex Gruber, ex Bosco, parco Rosselli, Borgo Bovio e zona Fiori.
QUI LA NOTIZIA
https://terninrete.it/Notizie-di-Terni/gentiloni-firma-il-bando-per-le-periferie-di-perugia-e-terni-435128
LE REAZIONI
“Esprimo sconcerto per l’approvazione di un emendamento al decreto milleproroghe, che rimanda di due anni i finanziamenti di 3,8 miliardi di euro al “piano periferie” – scrive in una nota l’onorevole Raffaele Nevi – Il governo centrale rischia di compromettere seriamente l’azione dei Comuni interessati dal provvedimento, che vedrebbero azzerati i progetti avviati per il rilancio di aree strategiche da un punto di vista sociale e culturale. A risentirne sarebbe soprattutto la città di Terni, non potendo poi contare su altre fonti di finanziamento in quanto la nuova amministrazione ha ereditato il Comune in dissesto finanziario. Auspico – conclude Nevi – che la maggioranza corregga questa decisione. Da parte mia, annuncio di aver già dato mandato all’ufficio legislativo di Forza Italia di presentare un emendamento cassativo di questa scellerata norma, nella speranza che il Governo si comporti diversamente da quanto fatto sul decreto terremoto e sul decreto dignità, che non è stato possibile emendare.”
“È gravissimo il blocco di oltre 3,8 miliardi per gli interventi di riqualificazione delle periferie urbane, approvato con un emendamento al decreto ‘Milleproroghe’ ieri in Senato dall’attuale maggioranza di Governo – commenta la governatrice della regione Umbria, Catiuscia Marini – Non vorrei che tale blocco si ripercuotesse anche nella nostra regione, in particolare per le città di Perugia e Terni che, grazie al Piano periferie, hanno in programma investimenti per oltre 30 milioni di euro con i quali si dovrebbe mettere in campo una ‘imponente’ operazione di rigenerazione e riqualificazione urbana di alcune aree periferiche delle due città”.
“Vorrei ricordare anche – aggiunge la Marini – che il progetto del Governo Gentiloni di investire risorse per la riqualificazione delle aree urbane degradate è stata una iniziativa che come Regione Umbria abbiamo sostenuto con forza perché grazie ad essa sono state messe a disposizione delle città di Perugia e Terni risorse molto importanti per agire in quartieri che, per le loro problematicità e criticità, hanno bisogno di significativi interventi di riqualificazione, anche in direzione della ricomposizione della coesione ed inclusione sociale, della sicurezza. Insomma, un grande lavoro che ora viene messo in discussione e vanificato”.
“I progetti definiti insieme alle amministrazioni comunali di Perugia e Terni – conclude la presidente – mirano non soltanto a migliorare la qualità di queste periferie, ma soprattutto a migliorare la qualità della vita delle persone, e dunque della coesione sociale”.
Di diverso parere Andrea Liberati, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle secondo il quale “l’emendamento al Bando Periferie è già stato unanimemente condiviso da tutti gli eletti umbri a Palazzo Madama, giacché ogni parte politica lo ha votato, salvo poi menare il can per l’aia nelle ore seguenti, alcuni di costoro sostenendo di non aver capito cosa stessero decidendo.
il Governo Conte – aggiunge Liberati – ha salvato i primi 24 progetti che hanno ricevuto un punteggio superiore a 70/100: questi erano e restano immediatamente esecutivi.
Cosa era però successo? Gentiloni aveva finanziato il Bando per metà dell’importo complessivo: la norma in base alla quale sono state assegnate tali risorse (comma 140) è stata oggetto di pronuncia di illegittimità costituzionale (sentenza n. 74 del 2018).
Gran parte dei bandi finanziati e che hanno ottenuto punteggi anche molto bassi non sono infatti riqualificazioni, ma presentano forti carenze progettuali e programmatorie. Tantomeno sono esecutivi.
Il nuovo Governo – conclude il consigliere pentastellato – ha perciò deciso, politicamente e giuridicamente, di utilizzare le risorse stanziate per le convenzioni negli anni 2018 e 2019, non solo per alcuni Enti locali, ma per tutti, con un criterio di premialità e di equità.
In ogni caso, il Bando periferie, tolti i 24 progetti immediatamente esecutivi, ferme restando le risorse complessivamente stanziate, viene solo posticipato, sottoponendo a verifica i progetti e prevedendo il rinnovo delle convenzioni.”