Il vescovo , Mons. Giuseppe Piemontese, scrive alla città di terni alla vigilia della festa del santo patrono, San Valentino.
Una lettera in cui sottolinea la “pigrizia a rinnovare” da parte della comunità, oltre alle “ristrettezze di natura economica”. Sono le due difficoltà, individuate dal vescovo, che impediscono il lancio di quello che egli stesso chiama “Progetto San Valentino”.
Nella lettera Mons. Piemontese non fa alcun riferimento allo spostamento temporaneo dell’urna del santo in cattedrale, dopo tutte le vicende dello scorso anno. Sta alla comunità di San Valentino decidere in proposito e, ad oggi, non sono emersi fatti nuovi.
LA LETTERA ALLA CITTA’ DI MONS. GIUSEPPE PIEMONTESE
Il mese di febbraio rappresenta in tutto il mondo, l’apice del “Carnevale”, ma è anche il mese degli innamorati, dello scambio di doni per rinverdire o suggellare promesse di amore e di progetti affettivi nel nome di san Valentino. A Terni, nostra città, a livello civile ed ecclesiale, si pongono in cantiere programmi e iniziative in occasione e in onore della festa del santo patrono, Valentino.
Nella storia remota, ma anche abbastanza recente, varie sono state le modalità e gli eventi di notevole risonanza, che la città ha realizzato per celebrare il suo Santo e allargare e diffondere oltre i propri confini, il messaggio di amore e di predilezione per i giovani innamorati.
Ai nostri giorni riscontriamo purtroppo due difficoltà che impediscono di continuare nel solco di progetti validi, aperti qualche decennio addietro, ma poi interrotti dopo alcuni anni.
Una prima causa di ciò è da attribuire alle difficoltà e ristrettezze di natura economico-finanziaria. In passato invece, si è stati largamente beneficiari di risorse su cui oggi, a motivo della crisi mondiale e locale, non possiamo nemmeno lontanamente contare.
Inoltre si constata una riluttanza, sotterranea e palese, unita ad un senso generale di pigrizia, a rinnovare e a dare esecuzione a programmi tendenti ad approfondire e ad estendere la tradizione culturale, la spiritualità, il carisma e il magistero di san Valentino, vescovo di Terni e martire. Manca una mobilitazione culturale, che aiuti a riscoprire le radici e l’identità di questa città e della Chiesa locale ed esplori i filoni civili, sociali e spirituali del carisma del Santo Patrono, rivisitandone la storia e riscoprendo le sfaccettature della sua personalità, senza scadere nel banale:
va approfondita la figura del vescovo santo, per 70 anni maestro di questa città, padre dei poveri e dei giovani innamorati;
va intensificata la sua dimensione di custode dell’amore, del matrimonio, della famiglia, ma anche di testimone fino al martirio della coerenza alla fede, della libertà religiosa, del dialogo interreligioso, dei diritti umani, della cura e preoccupazione per la città e altri vari aspetti.
Tutto ciò anche per proporre un fondamento e una consistenza culturale e spirituale alle iniziative dei tanti, che specie in questo mese si richiamano, per ragioni religiose, sentimentali o mercantili, a Valentino, che è il “nostro san Valentino”, vescovo e martire.
Sarebbe certamente una sfida di alta eccellenza e grande testimonianza se la Chiesa, il mondo ternano della cultura e tutta la città nelle sue articolazioni amministrative, le associazioni, le imprese ecc. riuscissero a coalizzarsi per dare vita a quello che potremmo definire “Progetto San Valentino di Terni”.
Auguro a tutta la città e alla Diocesi di sperimentare la vicinanza e le cure paterne di San Valentino in questi tempi difficili, ma anche carichi di provocazioni entusiasmanti. Egli doni a tutti noi la grazia della conversione e la voglia di aprirci all’attenzione vicendevole, ai poveri, ai disoccupati e soprattutto ai giovani perché le loro speranze realizzate siano premessa e consistenza delle speranze della nostra città.
Vi aspetto tutti, alle ore 9.30 del 14 febbraio, nella Chiesa Madre di Terni, la Cattedrale, per elevare la preghiera comune per la Città e per la celebrazione ecclesiale della Messa pontificale di san Valentino.