Celebrata nella basilica di San Valentino la festa delle nozze d’argento presieduta da mons. Francesco Antonio Soddu vescovo di Terni-Narni-Amelia concelebrata dal parroco di San Valentino padre Johnson Perumittath.
Circa 20 coppie, provenienti da Terni e dall’ Umbria, da Roma e da Anzio, accompagnati dai figli e in qualche caso anche dai nipoti e genitori, hanno rinnovato davanti all’urna di San Valentino gli impegni consacrati sull’altare nel giorno del matrimonio. Un incontro che celebra l’amore sponsale e familiare, sottolineando il valore forte della famiglia per la crescita dei figli e nella trasmissione dei valori e della fede. La tradizione della celebrazione della ricorrenza dei 25 anni di matrimonio nella basilica di San Valentino, che si rinnova da decenni, rappresenta una grande preghiera corale per le famiglie perché s’irrobustisca l’amore reciproco, l’attenzione e la tenerezza nel prendersi cura gli uni degli altri con sincerità e rispetto.
Mons. Soddu, oggi, come il 14 febbraio, ha fatto un riferimento alla situazione internazionale. “Quanto desideriamo la pace – ha detto in un tratto della sua omelia – quanto ci affatichiamo per la pace, guardando al mondo che è in guerra ci si domanda come è possibile uscirne fuori. Nel momento in cui si entra in guerra è difficilissimo venirne fuori se non si tiene il criterio assoluto dell’amore. L’amore dà la vita e questa vita deve essere salvaguardata dal suo concepimento fino al suo naturale tramonto. La pace fondamentalmente nasce dal cuore delle persone e poi come una fontana, come una cascata, come una sorgente zampillante di vita si irradia in tutto il mondo. Dirla così – ha aggiunto mons. Soddu – sembrerebbe facile. Ma anche San Paolo fece cilecca”.
Il vescovo poi si è rivolto direttamente alle coppie che festeggiano il traguardo delle nozze d’argento. “Ricordate oggi la vostra unione sponsale – ha detto – e in questo dobbiamo riconoscerne i tanti doni per comprenderne il vero significato. Il dono, innanzi tutto, di voi sposi, dono l’uno per l’altro, per la famiglia, ma anche per la chiesa e per la società. Poi San Valentino patrono dell’amore che abbraccia il senso profondo dell’amore, della vita e della pace. E quanto desideriamo la pace guardando al mondo in guerra. Nel momento in cui si entra in guerra è difficile venirne fuori se non si segue il criterio assoluto dell’amore. L’amore dà la vita, che deve essere salvaguardata dal suo concepimento fino al suo naturale tramonto; dalla vita si ha la pace che nasce nel cuore delle persone e poi, come una cascata e sorgente zampillante di vita, si irradia in tutto il mondo. Facciamo spazio a Dio nella nostra vita – ha poi aggiunto – e nella nostra persona e nell’unione sponsale Dio agirà in noi e attraverso di noi. Voi siete la prova che l’amore anche dopo 25 anni è possibile, certo ci saranno modi diversi di vivere l’amore e far crescere la famiglia con tutte le difficoltà che si sono. Ma non lasciamo tramontare questo patto nuziale che Dio ha voluto elevare a sacramento e che ha donato all’umanità attraverso il suo figlio Gesù. Con la sua donazione egli salva l’umanità e si unisce, come nelle nozze, all’umanità, infatti l’unione di Cristo all’umanità è un’unione sponsale, un’unione indissolubile. Ecco che cosa state celebrando voi: il sacramento dell’unione sponsale. A voi sposi questo è dato affinché nelle vostre attività quotidiane, nella vostra vita, possiate sempre manifestare questo amore grande che Dio ha avuto per voi e che voi avete l’uno per l’altro nella vostra famiglia e che avete sancito con l’esistenza dei vostri figli”.