Un piccolo passo avanti, quello fatto da Danilo Petrucci nel Gp d’Argentina. Non tanto nel risultato – 6°, come in Qatar – quanto nella gestione della gara, in particolare delle gomme, che gli hanno consentito di lottare nel gruppo del podio fino a tre giri dalla conclusione.
La 10° casella di partenza non faceva presagire nulla di buono; invece il ternano (contrariamente al solito) ha realizzato uno scatto iniziale efficace, portandosi subito in 8° piazza. La rimonta, poi, non si è fermata, grazie al sorpasso deciso su Viñales e al drive through imposto a Cal Crutchlow per falsa partenza. Da lì – quella 6° posizione che manterrà poi alla bandiera a scacchi – Petrux ha innescato un lungo e spettacolare duello con l’ex compagno Jack Miller (poi 4° al traguardo con la Ducati Pramac) e l’italiano Franco Morbidelli (Yamaha Petronas), con numerosi sorpassi e incroci di traiettoria. Per 7 giri il pilota di Terni ha mantenuto la 4° piazza, a stretto contatto con Valentino Rossi e il compagno Dovizioso che si giocavano il secondo gradino del podio. Purtroppo nel finale (a 3 tornate dalla bandiera a scacchi) il suo ritmo è salito e ha subito il rientro di Miller e dello spagnolo Alex Rins (5° su Suzuki). Ancora problemi di gomme dunque, anche se il consumo è stato minore – oltre a manifestarsi più tardi – rispetto al Qatar. Il bicchiere, perciò, è almeno mezzo pieno, pensando che questo è il miglior risultato di Petrux su una pista storicamente nemica, e ricordando anche l’esiguo distacco da Dovizioso al traguardo: appena 3 secondi. La strada per la vetta è ancora lunga, ma il percorso intrapreso potrebbe essere quello giusto.
Anche Danilo lo sa, e infatti non ha mostrato rammarichi nel dopo gara: «Sono felice perché, dopo aver commesso qualche errore in qualifica, oggi in gara siamo riusciti a dare il massimo» ha dichiarando, spiegando «Se fossi partito più avanti probabilmente avrei potuto giocarmi il podio fino alla fine. Per un momento ci ho davvero creduto perché avevo il passo per provarci, ma ho dovuto chiedere troppo alle gomme per rimontare e negli ultimi due giri faticavo molto in staccata con il posteriore ed ho dovuto giocare in difesa. Sono comunque contento perché abbiamo lavorato bene, migliorandoci ad ogni turno, e voglio continuare in questa direzione anche ad Austin, dove dovrò innanzitutto essere più veloce in qualifica. Il nostro obiettivo resta quello di riuscire a stare costantemente nel gruppo dei primi e fare punti, che saranno molto importanti in una stagione così lunga» ha concluso il 28enne di Terni.
In cima alla classifica svetta il nome di Marc Marquez, che ha dominato la gara dall’inizio alla fine (se non avesse rallentato al traguardo il suo vantaggio sugli inseguitori sarebbe stato nettamente superiore ai dieci secondi). Il folletto di Cervera ha sfruttato al meglio una Honda in grande spolvero, che ha consentito al non ufficiale Crutchlow di rientrare in zona punti (13°) nonostante un drive through nei primi giri. In 2° piazza il leone Valentino Rossi, che – dopo una battaglia serrata con Dovizioso nei primi giri – ha deciso di accodarsi al forlivese fino alle ultime curve del Gran Premio, per poi infilarlo quando non c’erano più possibilità di rispondere. Il ducatista di Forlì (3°), dal canto suo, può festeggiare il ritorno sul podio a Rio Hondo, dove non era mai andato oltre la 6° piazza negli ultimi tre anni.
Detto dell’ottimo 7° posto di Nakagami con la Honda clienti, delude l’altra Yamaha di Maverick Viñales, caduto nel finale per un contatto con Morbidelli ma mai veramente della partita. La sua moto non è ai livelli di Honda e Ducati – è certo – ma distacchi così pesanti dal compagno non gli rendono onore. Prossimo appuntamento il 14 Aprile ad Austin (Texas); altro feudo di Marquez, in cui gli avversari proveranno a togliergli il successo che centra consecutivamente da 6 anni.
(Giulio Sacco)