Sembra ormai un abbonamento, quello di Danilo Petrucci, che nel Gran Premio di Austin conquista per la terza volta consecutiva la 6° posizione finale, come in Qatar e in Argentina. Se nelle altre occasioni, però, il ternano era sembrato in palla, questa volta l’unica consolazione sono solo i buoni punti portati a casa, che gli consentono di conquistare la 5° piazza nel mondiale.
Dall’8° casella di partenza Petrux è scattato a rallentatore, ritrovandosi in 11° posizione, sopravanzato anche dal suo compagno, Dovizioso, che partiva 13°. Da lì una lenta rimonta grazie ai sorpassi su Quartararo (7° alla fine) e Pol Espargaro (8°), e alla penalizzazione di Maverick Viñales (14° al traguardo), punito per falsa partenza. A completare l’opera un po’ di fortuna: le cadute al vertice di Cal Crutchlow e Marc Marquez hanno consentito al 28enne di Terni di ottenere la 6° piazza finale. Al di là del piazzamento e dei 10 punti guadagnati, comunque, c’è poco da sorridere: Danilo non è stato mai della gara, incassando 12 secondi di distacco dal suo compagno (arrivato 4°) e 13 dal ducatista non ufficiale Jack Miller, che con la Desmosedici del team Pramac ha conquistato il gradino più basso del podio. La classifica generale lo vede 5°, a sole 15 lunghezze dal campione del mondo Marc Marquez; e Austin è sempre stato un tallone d’Achille per il ternano – è vero –, ma Petrux deve tornare in fretta a lottare per il podio se vuole allontanare le critiche di quanti vorrebbero Miller al suo posto nella prossima stagione.
«Il sesto posto, al netto delle difficoltà incontrate nei turni di prove, può essere considerato un buon risultato per noi qui in Texas» ha dichiarato Danilo a fine gara, ammettendo però «Chiaramente voglio fare di più, ma abbiamo comunque portato a casa altri punti importanti, mantenendo la quinta posizione nella classifica iridata. È stata una gara lunga e difficile: ad un certo punto stavo recuperando terreno su Dovizioso e Morbidelli ed ho anche pensato di andare a prenderli, ma poi l’anteriore mi si è chiuso un paio di volte ed ho preferito evitare di prendere rischi inutili. In ogni caso sono contento, e la mia squadra ha fatto davvero un grande lavoro: questa non era una pista ‘amica’ per noi, ma credo che siamo riusciti ad ottenere il massimo oggi in gara, ed ora ci aspettano tracciati più favorevoli».
In testa alla gara si consuma un’avventura rocambolesca. Partito da grande favorito – qui aveva vinto 6 volte su 6 –, Marquez era scattato in testa riuscendo in 9 giri a prendere circa 3 secondi di vantaggio su un arrembante Valentino Rossi. Il folletto di Cervera, però, questa volta ha osato troppo, e a 11 tornate dalla conclusione è caduto (senza conseguenze fisiche) lasciando pista libera a Rossi e ad Alex Rins, in rimonta con un’ottima Suzuki. Da lì un testa a testa tiratissimo, con Rins che ha passato il Dottore nel primo settore e il 9 volte iridato che ha risposto in staccata subito dopo. Purtroppo lo spagnolo è riuscito ad incrociare la traiettoria e ad imporre un ritmo elevatissimo, che non ha permesso a Rossi di tentare un nuovo attacco. La vittoria sfumata brucia di certo a Valentino (arrivato dietro alla Suzuki di appena 4 decimi), che però può consolarsi sapendo di essere l’unica Yamaha competitiva (la seconda, guidata da Morbidelli, è a 18 secondi!) e guardando la classifica iridata, che lo vede 2° a 3 punti da Dovizioso.
A proposito del ducatista, è proprio lui che può tirare un sospiro di sollievo: col 4° posto in gara – e il gentile aiuto di Marquez – è riuscito a riportarsi in testa al mondiale in un tracciato che lo ha sempre messo in crisi. Le piste di Marquez stanno finendo (l’ultima in Spagna, a Jerez, il prossimo 5 Maggio), e dopo il prossimo appuntamento inizia un trittico (Le Mans, Mugello e Catalogna) favorevole alla sua Ducati, dove potrà tornare all’attacco per continuare a sognare il titolo iridato.
(Giulio Sacco)