Dopo settimane di attesa, la Corte d’Appello della Fim (Federazione Internazionale di Motociclismo) ha emesso la sua sentenza sul “caso Ducati”: l’appendice posteriore montata sulle Desmosedici è stata nuovamente giudicata regolare, come già espresso dalla Direzione gara in Qatar.
Il caso chiude una lunga polemica che ha visto protagoniste la Ducati da una parte e tutte le avversarie, ad esclusione della Yamaha, dall’altra. Dopo la vittoria di Dovizioso a Losail, Honda, Aprilia, Suzuki e Ktm hanno denunciato la presunta illegalità di uno spoiler montato davanti alla gomma posteriore della rossa, innescando un processo legale in stile F1. La Federazione ha invece respinto le accuse, riconsegnando la parola alla pista, proprio alla vigilia del Gran Premio di Argentina. La decisione era nell’aria, tanto che Danilo Petrucci nelle scorse settimane aveva dichiarato provocatoriamente: «Nel paddock c’è sempre la voce che la Ducati va oltre i regolamenti. Ma leggiamo e rispettiamo le regole. Tant’è che molti altri team hanno copiato le nostre soluzioni. Cercano sempre di fermarci e non possono; e alla fine copiano…».
L’attenzione dei piloti in rosso è quindi spostata al prossimo weekend, quando dovranno testare la bontà della moto su una pista storicamente ostica: dal 2014 – anno in cui Rio Hondo è stato inserito nel calendario – Dovizioso è arrivato solo una volta a podio, nel 2015; Petrux non è mai andato oltre il 7° posto (nel 2017), mentre nel 2018 si è classificato 10°. Il tracciato è tradizionalmente dominio incontrastato della Honda, che qui ha vinto non solo col campione del mondo Marc Marquez, ma anche con il non-ufficiale Crutchlow (che vi ha trionfato nella passata edizione). Servirà quindi attenzione per difendersi al meglio dai rivali, con un occhio anche alla Suzuki in costante crescita.
Meno brillante della concorrenza la Yamaha, che pure qui vanta una vittoria con Rossi nel 2015 e una con Viñales nel 2017. I tempi dei successi sembrano però lontani e non sarà facile ripetere i fasti del passato. Non ci resta che attendere il prossimo weekend per un nuovo verdetto – questa volta deciso in pista e non in un aula di tribunale.
(Giulio Sacco)