Chi ben comincia è a metà dell’opera. E Danilo Petrucci apre il campionato 2018 con un primo passo verso l’obiettivo dichiarato di fare meglio del 2017: se nella passata stagione qui a Losail il ternano aveva navigato intorno alla 9° posizione (essendo costretto al ritiro da un guasto tecnico nel finale), quest’anno ha condotto la gara nel gruppo dei migliori, chiudendo in 5° piazza, ad appena 3.8 secondi dal primo (Dovizioso).
Dopo una partenza a gambero dalla terza casella – limite che si porta dietro da un po’ – Danilo è rimasto per più di metà gara 4°, a diretto contatto col terzetto magico Zarco-Marquez-Rossi. A una decina di giri dalla fine sembrava però che la favola fosse finita, con Petrux in difficoltà con le gomme e risucchiato da Dovizioso, Crutchlow (LCR Honda) e Pedrosa. Nel finale la resurrezione: il 27enne di Terni ha tirato fuori l’orgoglio, riuscendo a resistere al rientro di Viñales – 6°, autore di una gran rimonta a fine Gran Premio – e soprattutto rimettendosi alle spalle Zarco (8°) e Pedrosa (7°). Gli 11 punti presi sono un bottino più che sostanzioso in una pista in cui Danilo ha sempre raccolto poco, soprattutto considerando le magre prestazioni del compagno nel team Pramac (Jack Miller, 10°) e del ducatista ufficiale – di cui potrebbe prendere il posto nel 2019 – Jorge Lorenzo, caduto a metà gara mentre lottava per l’11° piazza.
Forse, però, la vera misura del potenziale di Petrux la danno le sue dichiarazioni a caldo: «Sono un po’ combattuto su come giudicare la gara» ha spiegato «Da una parte sono contento per la Top 5 che era il mio obiettivo anche se onestamente avevo le potenzialità per poter arrivare sul podio. Ho subito il sorpasso di Pedrosa nel momento sbagliato quando i primi tre hanno accelerato. Forse la scelta della gomma morbida all’anteriore non è stata quella giusta ma sono comunque soddisfatto: siamo molto più vicini rispetto allo scorso anno».
Ancora meglio è andata ad Andrea Dovizioso, che con la vittoria conferma quanto di buono fatto vedere nella passata stagione. Una gara ragionata – la sua – , con una brutta partenza (è scivolato in poche curve dalla 5° all’8° piazza) ma con un recupero costante, di chi sa di avere il giusto potenziale per trionfare: giro dopo giro l’italiano ha risalito la china fino a portarsi in testa; da lì è arrivato il cambio di ritmo, che ha selezionato il gruppo – gli unici a reggere sono stati Marquez (2°) e Rossi (3°). Ciliegina sulla torta il testa a testa finale col campione del mondo spagnolo, che ha passato Dovi all’ultima curva ma ha subìto immediatamente il controsorpasso con un incrocio di traiettorie da brividi. È l’ennesimo duello al fotofinish che il pilota Ducati si porta a casa, cominciando forse a incrinare le certezza dell’alfiere Honda. Può festeggiare anche Valentino Rossi, che completa il podio al termine di una gara da protagonista. I problemi della Yamaha non sono affatto risolti, ma la caparbietà del Dottore e il finale di Viñales (che si è svegliato quando i primi erano ormai lontani) lascia sperare in un futuro migliore per la casa dei tre diapason. Grande giornata anche per Cal Crutchlow (4°), mentre delude la Suzuki: Alex Rins è caduto – senza conseguenze fisiche –, Andrea Iannone ha dovuto accontentarsi della 9° posizione.
Tra tre settimane la rivincita in Argentina, tracciato sulla carta favorevole più alla Honda che alla Ducati. Ma con un Petrucci e un Dovizioso così le rosse possono davvero sperare in un esito diverso…
(Giulio Sacco)