Movimento 5 stelle e Lega Nord chiedono di sciogliere il consiglio comunale, chiedono la nomina di un commissario e che si vada al più presto alle elezioni anticipate.
La Lega Nord lo fa attraverso una nota del capogruppo in regione, Emanuele Fiorini.
“Dimissioni, commissariamento e poi al voto. La nostra posizione è netta e chiara – scrive Fiorini. Il sindaco Di Girolamo deve lasciare il suo incarico – aggiunge – e questo non solo per ragioni di opportunità legate a vicende che faranno il loro corso in ambito giudiziario, non ultima quella sfociata in questi giorni nella misura cautelare degli arresti domiciliari, ma soprattutto per motivi di natura politica che lo inchiodano senza appello alle proprie responsabilità di amministratore, l’aver portato Terni sull’orlo del baratro. Cantieri aperti e mai chiusi, criticità in ogni settore, da quello economico a quello sociale, fino alle carenze in campo sanitario, nessuna idea di sviluppo, nessun progetto valido, difficoltà e problematiche con le quali i cittadini devono convivere ogni giorno”.
“Le dimissioni del sindaco – conclude Fiorini – rappresenterebbero un gesto di responsabilità, forse il primo e di sicuro l’ultimo, nei confronti di una città che necessita di provvedimenti urgenti e non più procrastinabili. Riteniamo inaccettabile la decisione di affidare temporaneamente le funzioni di primo cittadino al vicesindaco Malafoglia,
che sembrerebbe essere indagata, anche lei complice di una amministrazione PD autoreferenziale, basata su un meccanismo di reciproco scambio tra sistema economico e sistema politico e per nulla adeguata a risolvere le criticità esistenti”.
Il Movimento 5 Stelle, in proposito ha depositato una interrogazione parlamentare al ministro dell’interno, Marco Minniti.
“Con un sussulto di legalità e sapendo di agire nella certezza che, se un sistema c’era, è nostro dovere compiere tutti gli atti e azioni a nostra disposizione per impedire che tale sistema possa esserci ancora in futuro, e che riusciremo a far uscire la città di Terni dalla voragine drammatica e vergognosa in cui è precipitata – scrivono i 5 stelle – è stata depositata una interrogazione parlamentare d’urgenza, indirizzata al Ministro Minniti, e inviata in copia per conoscenza al Prefetto di Terni Angela Pagliuca, per portarlo a conoscenza dei fatti e verificare se sussistono i motivi per avviare le procedure amministrative volte all’immediato scioglimento del Consiglio comunale ed alla successiva nomina di un Commissario per la gestione dell’Ente.”
L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DEL MOVIMENTO 5 STELLE
Premesso che, secondo quanto risulta agli interroganti:
il giorno 2 maggio 2017 sono stati posti agli arresti domiciliari il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, e l’assessore per i lavori pubblici, Stefano Bucari, nell’ambito dell’operazione “Spada”, condotta dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di finanza; i reati contestati sono di associazione per delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti (art. 353 del codice penale) e alla turbata libertà del procedimento di scelta del contraente (artt. 353 e 353-bis);
si apprende da notizie di stampa pubblicate su “il Fatto Quotidiano” lo stesso giorno che la Procura della Repubblica di Terni ritiene che il sindaco, in accordo con l’assessore, avrebbe pilotato appalti pubblici per anni, arrivando a creare un vero e proprio «monopolio perfetto nel territorio ternano nel settore degli appalti di servizi al medesimo raggruppamento di imprese cooperative»;
numerose agenzie di stampa e quotidiani, tra cui il “Corriere dell’Umbria” del 4 maggio, riportano un estratto dell’ordinanza di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari Federico Bona Galvagno, che ha motivato la necessità dell’ordinanza per aver «posto in essere una serie di concatenate condotte illecite creando di fatto un vero e proprio sistema “contra legem” di aggiudicazione di tutti contratti pubblici relativi al Comune di Terni, quantomeno negli ultimi cinque anni, in aperta e insanabile violazione delle normative nazionali ed europee, sapendo di agire nella certezza che tale sistema c’era, c’è e ci sarà e che nessuna indagine o sussulto di legalità potrà far venir meno o da anche solo scalfirlo»;
gli appalti riguardano la manutenzione del verde pubblico in città e nei cimiteri, la gestione dei servizi cimiteriali e quella dei servizi turistici presso l’area della cascata delle Marmore, il tutto negli anni a cavallo tra il 2011 e il 2016, tutti predisposti e gestiti dall’attuale e dalla precedente Giunta municipale di Terni, come rivelato dagli stessi investigatori;
il meccanismo ha consentito, per oltre 5 anni consecutivi, la gestione del contratto al medesimo raggruppamento di cooperative sociali costituite in associazione temporanea di imprese, Alis, Ultraservizi, Gea e Asso, per un valore pari a svariati milioni di euro provenienti da risorse pubbliche;
considerato che:
l’art. 141, comma 1, del decreto legislativo n. 267 del 2000 dispone che i Consigli comunali vengono sciolti, su proposta del Ministro dell’interno, non solo per “gravi e persistenti violazioni di legge”, ma anche per “impedimento permanente” del sindaco (lett. b), punto 1);
i gravissimi reati contestati, oltre all’incerta permanenza temporale dei provvedimenti limitativi della libertà personale del sindaco, riflettono direttamente sulle posizioni giuridiche soggettive dei cittadini e compromettono, irrimediabilmente, la stessa funzionalità dell’ente e la funzionalità complessiva del sistema dei pubblici poteri locali;
l’art. 54, comma secondo, della Costituzione recita solennemente che «I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge»;
considerato inoltre che:
durante la seduta del Consiglio comunale di Terni del 3 maggio 2017, la vicesindaca Francesca Malafoglia, assumendo su di sé la funzione di primo cittadino, ha dichiarato che tale funzione è da considerarsi pro tempore e dipendente dagli sviluppi giudiziari, ma contestualmente non ha esposto al Consiglio comunale la riorganizzazione della macchina comunale, in termini di funzioni e deleghe;
sempre da notizie stampa, non ancora smentite, si apprende che anche la vicesindaca sarebbe indagata per la stessa vicenda, insieme all’assessore per l’ambiente del Comune di Terni, Emilio Giachetti;
l’articolo citato da “il Fatto Quotidiano”, riporta che: «Di Girolamo è già imputato insieme ad altre 19 persone per turbativa d’asta in concorso per una vicenda diversa. Questo Comune adotta una sistematica violazione del quadro delle norme comunitarie degli appalti»;
considerato infine che, a giudizio degli interroganti:
a prescindere dall’effettiva responsabilità penale del sindaco di Terni, che rimane costituzionalmente non colpevole sino a condanna definitiva, appare tuttavia necessario che anche le amministrazioni locali siano salvaguardate nel loro prestigio e nella loro dignità, anche attraverso il doveroso principio di “onorabilità” di coloro a cui sono affidate funzioni pubbliche;
non è immaginabile un futuro per le nostre città basato su questi presupposti e fondato su un clima di incertezza giuridica e morale,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda avviare le procedure amministrative volte all’immediato scioglimento del Consiglio comunale ed alla consequenziale nomina di un commissario per la gestione dell’ente.