“Il sindaco Bandecchi aveva promesso l’arrivo di oltre 100 milioni di euro di compensazioni economiche per lo sfruttamento del polo idroelettrico ternano. Ci dispiace constatare che, nonostante l’atteggiamento collaborativo delle forze progressiste in consiglio comunale, sta arrivando l’ennesima sconfitta per la città, frutto dell’incapacità di un’amministrazione comunale che, dietro alle grida e agli annunci, non è in grado di incidere sui tavoli che contano”.
È quanto scrivono in una nota congiunta Luca Simonetti (referente territoriale del Movimento 5 Stelle) e Claudio Fiorelli (consigliere comunale del movimento 5 stelle)
“La giunta Tesei – aggiungono – con una delibera, ha stabilito la monetizzazione totale delle quote energia che Enel avrebbe dovuto riservare annualmente e gratuitamente almeno per il 50% ai servizi pubblici o alle categorie di utenti nei territori interessati. Nel silenzio del sindaco di Terni, senza che il Comune abbia richiesto di essere audito in Commissione in consiglio regionale o abbia presentato alcuna rimostranza, la giunta Tesei ha disposto la “monetizzazione integrale” per tutti gli anni a seguire tenendosi di fatto gran parte di quelle risorse che sarebbero dovute arrivare anche a Terni.
Risorse che derivano principalmente dallo sfruttamento della Cascata delle Marmore e dagli impianti di grande derivazione idroelettrica situati nella provincia di Terni. Un fiume di risorse che viene sottratto ai territori e alle persone in difficoltà, per finire nel bilancio generale della Regione Umbria. Dopo la resa incondizionata sul fronte ambientale, arriva l’ennesima Caporetto per il sindaco di Terni. Una sconfitta che costerà cara ai cittadini che vivono sulla loro pelle una crisi economica senza precedenti negli ultimi decenni. Una delusione totale per tutti coloro che pensavano che con questa amministrazione quantomeno si sarebbero affrontate le tematiche del riequilibrio territoriale”.
Ieri era stato il consigliere regionale dei 5 Stelle, Thomas De Luca, a lanciare l’allarme.
“La giunta Tesei – ha scritto De Luca – con una delibera ha stabilito ‘la monetizzazione integrale dell’energia elettrica’ che Enel deve fornire annualmente e gratuitamente alla Regione Umbria. Come dei Robin Hood al contrario, sottraggono ai poveri per versare soldi liquidi nelle casse di Palazzo Donini.
La delibera è in totale contrasto con la L.R. 6 marzo 2023, n°1 ‘Disciplina delle grandi derivazioni idroelettriche’. La nuova legge regionale, infatti, con un lavoro bipartisan dispone che i concessionari dei grandi impianti idroelettrici debbano cedere una consistente quantità di energia da destinare almeno per il 50% ai servizi pubblici o categorie di utenti nei territori interessati. In seconda istanza, qualora si opti per la monetizzazione, la Regione vincola l’utilizzo delle stesse risorse in egual misura ai territori. La delibera, invece, dispone la ‘monetizzazione integrale’ per tutti gli anni a seguire senza specificarne alcuna destinazione.
Nell’attività che ha istruito la legge le finalità discusse proprio all’interno della commissione erano state quelle di sostenere i costi energetici degli ospedali o di contrastare la povertà energetica delle famiglie umbre.
Basta fare un piccolo calcolo per quantificare in circa 7 milioni di euro il valore di questa energia. Se consideriamo che in Umbria, secondo i dati AUR, ci sono 38mila famiglie in stato di povertà relativa potremmo istituire un reddito energetico di 200 euro per i nuclei più vulnerabili utilizzando solo queste risorse”.