Era stata una delle tappe del Sistema Odessa, quello che permetteva di andare in Sudamerica ai grandi gerarchi nazisti? Oppure, più probabile, un campo dove concentrare sempre i nazisti per conto degli americani che poi avrebbero scelti quelli da portare negli Stati Uniti? Fatto sta che nessuno ha mai sentito parlare di prigionieri alla Spea però esistono i graffiti, già fotografati, in un paio dei grandi capannoni abbandonati; i disegni parlano di una vita all’interno dell’area ben oltre il 1943, quando ufficialmente la produzione di polvere da sparo per la Marina Militare Italiana venne sospesa. Alla fine della guerra prese il possesso dello stabilimento e dell’area, l’Esercito Usa, che mantenne sino al 1980.
Si potrebbe/dovrebbe approfondire la questione e magari portare in un luogo protetto quei graffiti che risalgono al 1946 (c’è un calendario dipinto) e studiarli in maniera acconcia prima che tutto sparisca nelle nuove iniziative che di sicuro Stefano Bandecchi prenderà. Si tratta in definitiva di una storia segreta, fatta anche questa, di sofferenze e speranze, storia che ha interessato Narni anche se i narnesi manco se ne sono accorti.