Proprio no. L’impianto a biogas a Ponte Caldaro di Narni non ce lo vogliono. In duecento hanno dimostrato ieri prendendo spunto da una giornata di trekking che interessava quella parte di territorio narnese che va dallo Scalo a Sangemini. È la seconda volta che imprenditori pensano a quella zona per la realizzazione di un impianto a biomasse importante. Ed entrambe le volte la popolazione è insorta.
Dice Goffredo Misantone, uno dei cittadini più attivi sul fronte della contrarietà: “Eravamo circa 200 a dire “No” all’impianto di biogas che vogliono realizzare fra Narni Scalo e San Gemini, creando un “mostro“ pronto a fagocitare oltre duecento tonnellate di rifiuti organici provenienti da tutta l’Umbria. E non solo, innalzando l’inquinamento della zona, già tra le più cancerogene d’Italia, senza contare poi il traffico di centinaia o migliaia di mezzi pesanti in più, che verrebbero a sversare liquami sul nostro territorio! Abbiamo detto no, poi vedremo cosa succederà e le contromosse da fare …”.
Il fatto è che l’autorizzazione per questi impianti viene data direttamente dalla Regione e dopo il parere vincolante dell’Arpa regionale. Va anche verificato il piano industriale dell’azienda che si vuole installare sul territorio se poi trasformerà in biogas, solo rifiuti del territorio oppure li farà arrivare anche da fuori regione.
Una mossa il Comitato l’ha fatta: si attendono ora quelle delle istituzioni.