Era tutto fatto; purtroppo una serie di lungaggini burocratiche ma soprattutto il covid, hanno arenato la realizzazione del parco giochi a San Liberato. L’assemblea della società Leolandia Umbria ha adesso deciso di mettersi in liquidazione anche perché il socio di Leolandia di Bergamo, Giuseppe Ira ha dichiarato “di non poter più partecipare all’iniziativa come tale ma solo come consulente per il trasferimento del know-how”. Un colpo mortale alle speranze del grande parco giochi.
Però non tutto è perduto: ci sono le autorizzazioni, gli spazi ed anche la volontà e, come detto, pure il know-out. Ed allora la società Leolandia Umbria invita Regione, Provincia, Comune ed anche lo Stato, a cercare nuovi soci interessati allo sviluppo del parco. Un compito difficile ma non impossibile dal momento che sono molte le possibilità di fare business: un’area ottimale sia dal punto di vista urbanistico che logistico (vicino al casello dell’autostrada A1, alla stazione ferroviaria ecc..), che insiste su quasi dieci ettari con ventiquattro attrazioni ed una ricettività iniziale di circa 300.000 presenze annue.
Erano previsti all’interno del Parco anche punti di ristoro, ristorante ed un family hotel a tema per gli ospiti del parco stesso. All’epoca erano stati anche assegnati i contributi per l’area di crisi complessa.
Per la società che aveva mosso le acque il progetto è tramontato ma potrebbe anche salire su un altro carro con persone interessate ad investimenti importanti. Chissà…