C’era stata una promessa formale: ricordare chi nei campi di concentramento aveva fatto cose per salvare persone. Il Comune di Narni con grande fatica aveva finalmente, e ufficialmente, ricordato Demo Filiberti, un narnese che grazie alla sua conoscenza della lingua tedesca era riuscito a mitigare il regime duro dei campi, salvando letteralmente decine di italiani. Narnesi, per lo più. Una storia che, come tutte quelle “buone” si era venuta a sapere dopo decenni: Demo Filiberti aveva fatto il sarto e doveva tirare su tre figli. I ricordi li aveva lasciati da parte. Poi però una solenne promessa in Consiglio Comunale: a lui ed anche a tutti coloro che hanno passato quell’esperienza gli dedicheremo una via, una rotonda, un qualche cosa perché possa rimanere scolpita la sua bontà e la sua sofferenza”. Questo quattro anni fa. Però nessuno che si sia realmente interessato alla sua memoria, e proprio il giorno della memoria il figlio ha rimarcato di non aver saputo più nulla. Demo Filiberti avrebbe risposto con una sgrullata di spalle, pensando a cose più importanti, come quello di vivere ogni giorno. Però la giornata della memoria dovrebbe funzionare per tutti, anche per chi dal campo di concentramento è riuscito a tornare. E per merito suo anche decine di altri concittadini.