Alla fine c’è stata una alleanza insolita: cinque associazioni (Comitato Ambiente Terni, Comitato Permanente Vascigliano di Stroncone, Comitato Salute e Ambiente Basso Nera, Comitato Progetto Etenoha, Comitato Cittadino Ponte Caldaro) che combattono l’inquinamento nel ternano, si sono schierate contro il biodigestore di Ponte Caldaro, in Comune di Narni, che, secondo loro, rischia di appesantire, e non di poco, il carico inquinante di questo pezzo della Conca Ternana. A nome del Coordinamento dei cinque comitati, Gigio Campana, che da sempre ha abitato di fronte ad una fabbrica chimica e ben conosce gli effetti devastanti dell’inquinamento, sostiene che “in uno strano e silenzioso contesto politico e in assenza di qualsiasi approfondimento pubblico dell’argomento si sta avviando a conclusione l’iter autorizzativo per l’inceneritore di Ponte Caldaro.
Il 7 febbraio la Conferenza dei Servizi, con quella che sembra un’insolita procedura ‘semplificata’, concluderà i suoi lavori. Noi – sostiene Campana – ci impegneremo fino all’ultimo minuto per la difesa dell’ambiente e della salute pubblica. Diciamo no e mai ad un impianto che non serve alle esigenze dei cittadini e il cui impatto graverà proprio sulle loro spalle. Su questa battaglia stiamo chiamando a raccolta tutti gli amministratori dei Comuni coinvolti con il sostegno di documentazione scientifica e sanitaria che denuncia, qualora ve ne fosse bisogno, l’alto grado di degradazione ambientale dell’intera Conca Ternana”.
L’impianto si dovrebbe realizzare a Ponte Caldaro, sulla vecchia Flaminia militare, quella che andava a Carsulae e tratterebbe biomasse derivate dal letame bovino, equino e suino. La sua potenzialità sembra superiore alla “produzione” di letame e nei forni potrebbero finirci anche altri prodotti come scarti vegetali non meglio identificati al momento. Molti aspetti da chiarire per i comitati, che intanto hanno incontrato il neoassessore Thomas De Luca per cercare sostegno; un aiuto lo troveranno di sicuro in Francesco Filipponi, consigliere regionale, primo firmatario di una mozione, che vede anche l’adesione di Cristian Betti, Stefano Lisci, Letizia Michelini e Maria Grazia Proietti.
Campana sventola anche un parere tecnico di uno specialista in cui si legge la pericolosità dell’impianto, tesi che la Metanar confuta con decisione, opponendo altrettanti pareri scritti e sostenendo, con le carte depositate in Regione, che non viola norme e non appesantirà il carico inquinante dell’area.
Quello di Ponte Caldaro pare comunque essere un punto obbligato per tali impianti per la presenza di allevamenti bovini, i cui escrementi non possono essere sparsi nei campi in maniera sistematica e quindi meglio ancora se costituiscono materia prima per la produzione di metano. Dodici anni fa una società narnese aveva proposto un impianto più modesto per bruciare i rifiuti organici di ben centocinquanta chianine, i bovini più grandi del mondo. Anche in quell’occasione comitati e opposizioni decretarono l’affossamento dell’idea imprenditoriale.
Ecco l’agenda della protesta: domani lunedì i Comitati incontreranno il sindaco di San Gemini, anche lui su posizioni molto critiche e, a seguire, il sindaco di Montecastrilli. Martedì andranno a Perugia, nella sala consiliare della Regione, per assistere alla discussione della mozione di Filipponi. Mercoledì o giovedì appuntamento con il sindaco di Narni.