Non l’hanno presa bene alla ConfCommercio l’istituzione della tassa di soggiorno negli esercizi di Narni. E non l’hanno presa bene perché loro avevano dimostrato conti alla mano che si sarebbe potuto trovare quei soldi in altra maniera magando facendo emergere il sommerso. Fatto sta che il Comune non ha voluto sentire ragioni e a tre giorni dalle elezioni ha istituito la nuova tassa. Dietro la ConfCommercio, la sezione Federalberghi, spiega di non essere d’accordo ed hanno rimesso un fortissimo comunicato.
Le imprese aderenti a Federalberghi della provincia di Terni Confcommercio manifestano forte contrarietà nei confronti di un provvedimento che aumenterà i già pesanti problemi delle imprese e dichiarano il loro sconcerto nei confronti del comportamento degli amministratori locali, che prima hanno fatto intravedere una apertura al confronto nel merito e poi hanno deciso senza tenere conto delle solide argomentazioni presentate dalle imprese.
Imprese ricettive che già a Narni hanno i loro problemi, visti i numeri relativi al movimento turistico. Sorprende leggere che il Comune dichiari Narni una “importante meta del turismo nazionale ed internazionale”, portando a sostegno i dati delle “presenze rilevate nel corso del 2017”. Peccato che questi dati, come dimostra la rilevazione ufficiale della Regione Umbria, siano pesantemente negativi: -2,50% per gli arrivi rispetto all’anno precedente e -5,22% per le presenze, appunto.
Imprese ricettive che a Narni scontano anche la concorrenza sleale del sommerso turistico. Federalberghi stima che nel territorio operino almeno 65 appartamenti locati ad uso turistico, facilmente identificabili sul web, come tra l’altro obbliga i Comuni a fare la nuova legge regionale del turismo.
Se a questa bella fetta di sommerso si applicassero le stesse regole delle imprese ricettive, ad esempio per la Tari, entrerebbero nelle casse del Comune quelle risorse che il Comune vuole intercettare con l’imposta di soggiorno.
L’applicazione dell’imposta di soggiorno, che non è stata invece introdotta a Terni e nei Comuni limitrofi, rischia inoltre di far perdere a Narni una parte delle presenze che derivano da due leve primarie per il territorio: il turismo business e il turismo dei gruppi organizzati per eventi sportivi.
Entrambe queste componenti del turismo narnese sono sensibilissime anche a piccole variazioni di budget, e non avrebbero difficoltà a spostarsi presso la vicina Terni se fosse più conveniente.
Ci sono tutte le condizioni, continua ad affermare Federalberghi, per ritenere del tutto inopportuna l’introduzione dell’imposta di soggiorno a Narni, in un momento dell’anno, peraltro, in cui le imprese hanno già effettuato programmazione, il “turismo business” e il “turismo dei gruppi organizzati per eventi sportivi”, due obiettivi che erano stati ricercati anni fa ma che poi sono passati nel dimenticatoio.
Ad aggravare la situazione, il comportamento dell’amministrazione comunale. Il Comune di Narni convoca il venerdì i rappresentati delle categorie economiche per un incontro, con l’assessore al Turismo Lorenzo Lucarelli, che si sarebbe svolto il martedì successivo, per ragionare insieme sulla opportunità di introdurre l’imposta di soggiorno.
Federalberghi della provincia di Terni Confcommercio partecipa all’incontro e motiva le ragioni della sua forte contrarietà all’ennesimo balzello sul turismo.
Il Comune incassa il NO di Federalberghi e quello delle altre categorie presenti all’incontro, aprendo addirittura al dialogo; l’assessore Lucarelli fa balenare l’idea di istituire su questo tema un tavolo di confronto.
Dopo 10 giorni, gli albergatori di Narni leggono sui giornali che il Consiglio comunale di Narni ha introdotto l’imposta di soggiorno.
Se non fosse una cosa terribilmente seria, sembrerebbe una farsa.