Ancora regge: il Nera, che è il secondo fiume italiano per portata costante, continua ad essere il “nastro d’argento” che irriga la campagna, la Conca ternana e le sue coltivazioni. Ma sarà sempre così? Per questo, sarebbe il caso di prendere iniziative concrete, per evitare di rimanere con una siccità che stroncherebbe qualsiasi azienda agricola. Una pezza ce l’ha messo l’Ente di bonifica Tevere Nera, con una serie di laghetti a mezza costa verso Sangemini che verranno ampliati nel brevissimo periodo per cercare di prendere il massimo dell’acqua piovana ed adoperarla nei momenti di bisogno.
Ma c’è soprattutto la fonte di Stifone che è rimasta da sempre inutilizzata: dalle viscere della montagna scendono nel fiume Nera ben sedici metri cubi di acqua al secondo, quasi un milione di litri d’acqua al minuto, una cifra impressionante. Quell’acqua però non è stata mai utilizzata a fini agricoli o potabili perché è piena di calcare e poco si presterebbe e a ben vedere non ce ne è stata mai la necessità. Può diventare utile, allora, a patto che venga depurata, fatta decantare, insomma resa potabile. Un lavoro complesso non c’è che dire, ma meno complicato di quello che si possa pensare e che, col cambiamento del clima in atto, potrebbe essere la chiave di volta per l’economia ed il benessere della Conca Ternana. Una società, tempo fa, aveva fatto una richiesta informale su come poter avviare eventuali progetti di captazione ed utilizzo di quell’acqua ma al momento non se ne sa nulla.
“E’ un’idea che merita quanto meno di essere approfondita – spiega Claudio Ricci, consigliere Comunale a Narni – tutta quell’acqua rappresenta uno spreco enorme. Andrebbe fatto, subito, uno studio per la loro captazione a livello più alto rispetto al livello del fiume in modo da poterla convogliare per caduta verso Narni Scalo, dove poi realizzare apposite vasche”. Il consigliere Ricci, insomma pensa che si debba procedere in più stadi ma di sicuro pensare di avere disponibili un milione di litri d’acqua al minuto è quanto meno incoraggiante: “Il giro economico , sociale ed ecologico che si genererebbe di fronte ad un progetto del genere dovrebbe spingere a fare in fretta, quantomeno nella raccolta dei dati di fattibilità di un progetto che potrebbe ‘allagare’ letteralmente la Conca Ternana”