Una storia, quella della città di Narni, narrata in modo davvero origine da Luciano Costantini, politico in pensione, con la voglia di guardare la sua Narni in modo sempre diverso. Dopo la carrellata dei giardini cittadini, ecco allora Ad Urbe còndita, prendendo in prestito il modo di contare dei romani l’età della grande Roma. Costantini trova ventitré date, tutte importanti, importantissime, che hanno lasciato un segno. Le fa raccontare da coloro che hanno partecipato all’evento, le fa raccontare ai protagonisti. Alcuni esempi: proprio a san Giovenale tocca tratteggiare la sua esperienza terrena. Come spetta a Filippo Valli le vicende che hanno portato alla costruzione del Teatro Comunale nel 1856. O Rotilio Robusti elemento di spicco della politico il giorno dopo della fine della guerra, per esaltare paure, tensioni, speranze. C’è pure la voce di una “lavandaia” che si spaccava la schiena per ripulire i panni dei signori nei quattro cinque lavatoi cittadini. Il libro non ha mica l’improntitudine di raccontare tutta la storia narnese, non è di sicuro esaustivo; Costantini lo sa benissimo e nella sua premessa lo ricorda al colto ed all’inclita, perché le storie potevano essere molte altre, che tutto è soggettivo e che a lui quelle scritte nel libro sono state quelle più interessanti, quasi spingendo altri cittadini ad affrontarne di nuove. “A me sono piaciute queste”, conclude. La presentazione del volume, il quarto di Costantini, che non va mai dimenticato è stato per tantissimi anni anche il sindaco di Narni, è stata fissata per il 23 febbraio a Palazzo Comunale, alle ore 16. Il libro è autoprodotto e ne sarà fatto omaggio di una copia a coloro che saliranno le scale del Palazzo Comunale