E’ stato un vero festival quello che hanno messo in piedi Davide Sacco e Francesco Montanari, i direttori del teatro narnese, una kermesse coinvolgente, che ha richiamato centinaia di spettatori amanti dell’atmosfera propria del teatro, delle tante location sparse per la città, a tutte le ore, con la drammaturgia, con la musica, con le opere prime. Ma quello che ha sorpreso molti è stato il fatto che c’era un biglietto da pagare. Nessuno l’ha presa come un balzello ma, anzi, come l’espressione di una qualità, che in manifestazioni di questo genere non sempre si ritrova: ed è stato proprio così. Un festival che è arrivato alla terza edizione ma di fatto questa è stata la prima che è “debordata” dal teatro per allargarsi in piazze e piazzette, sino alla Ala Diruta dell’ex Convento a Sant’Agostino, a contatto con la storia e con l’Arboreto Comunale, sempre in crescita.
Che bello vedere l’alba insieme a Sabina Guzzanti, vederla con altre cento persone, che hanno tirato solo qualche sbadiglio prima di iniziare. Poi Sabina ha preso tutti per mano, per far capire come sarà il suo futuro di artista ma soprattutto per far alimentare la magia del teatro che si era pervasa su tutto l’ambiente. Ma come accade in queste occasioni è stata bella anche l’atmosfera che si è creata, con artisti, impiegati, tecnici a girare dappertutto, a lasciarsi dietro l’aura della cultura, ad affollare ristoranti, a parlare di teatro con tutti quelli che facevano domande. Che bello il teatro fatto così. Davide Sacco dormirà sino a domani per riprendersi un poco da stress e soddisfazione e forse si farà anche i capelli, ma questo non è detto. Poi arriveranno i comunicati ufficiali a dire che tutto è andato bene ma è bastato vivere un po’ del festival per capire subito che ci sarà, scongiuri, prego, anche una quarta edizione.
IL COMUNICATO DI NARNI CITTA’ TEATRO
Con le note immortali del Maestro Ennio Morricone cala il sipario sulla terza edizione di Narni Città Teatro, andata in scena nel borgo umbro dal 17 al 19 giugno e chiusasi in cima alla suggestiva Rocca di Albornoz, da un concerto celebrativo che ha registrato il tutto esaurito, per una dedica sotto le stelle al genio e protagonista indiscusso della scena musicale cinematografica.
Una terza edizione da record per la produzione LVF, di Ilaria Ceci, Davide Sacco e Francesco Montanari, questi ultimi co-direttori artistici di una vera e propria maratona di arte e bellezza lunga tre giorni, che ha visto oltre cento artisti giungere a Narni per un weekend di trentacinque eventi, che hanno riempito dodici location di città con ben sessanta aperture di sipario, dal mattino fino a notte fonda. «Il festival ha moltiplicato i suoi numeri anche grazie al pubblico che continua a sostenerci e ad essere parte attiva di quel sogno che è la “città ideale” che vorremmo» – dichiara Davide Sacco che, continua – «Abbiamo sognato con forza Narni Città Teatro che, un’edizione dopo l’altra, prende sempre più corpo e diventa realtà: quest’anno oltre 3.000 spettatori, un numero in crescita che è di buon auspicio per la prossima edizione».
Dal pentagramma in celluloide di Morricone a quello rivoluzionario dei 99 Posse, accolti sul palco del Teatro Manini in un’inedita veste teatrale e protagonisti dello spettacolo “Scritti sull’Arte”, da Karl Marx per la regia di Davide Sacco che, accanto al trio partenopeo e alla voce di Simona Boo, ha coinvolto gli attori Daniele Russo e Federica Rosellini, per una serata che ha condotto il pubblico in un viaggio alla scoperta del sentimento più profondo della Rivoluzione. Un percorso interiore che ha emozionato, divertito e scatenato la platea con un testo condiviso tra musica e parole, con aneddoti di un passato che ritorna per la sua contemporaneità, tra rigurgiti di militanza e filosofie di pensiero, mostrando alla platea la vera rivoluzione, quella che fanno gli alberi tutti i giorni senza saperlo, diritti e fieri a sfidare i venti.
Tra gli appuntamenti più partecipati lo spettacolo “Every Brilliant Thing” per la regia di Fabrizio Arcuri, che ha diretto un coinvolgente Filippo Nigro impegnato nel racconto di una lista di oggetti, ricordi e parole che si accumulano nell’arco di una vita di un uomo, disegnandone il suo significato più intimo. E sempre le parole sono state protagoniste dei “linguaggi fantastici”, tema portante che ha declinato la terza edizione come un percorso di ricerca all’interno di nuovi idiomi artistici, come quello irrompente di Romeo Castellucci e del suo “Il Terzo Reich”, che ha diviso e interrogato la platea in tutto l’arco dei tre giorni. Emozionante anche l’installazione “Nella solitudine dei campi di cotone”, di Bernard-Maria Koltès, con la regia di Mario Martone e il riallestimento firmato da Arcuri.
Da ricordare sono anche gli appuntamenti con Francesco Montanari, che ha debuttato con tutto esaurito con il suo “Play House” e quello con Liv Ferracchiati, alle prese con il suo “Uno spettacolo di fantascienza“, interpretato dallo stesso autore insieme ad Andrea Cosentino e Petra Valentini.
«Sono orgoglioso di aver contribuito alla nascita di questo evento nel 2020 ed oggi, sono ancor più orgoglioso di viverlo da neoeletto Sindaco della città» – afferma Lorenzo Lucarelli che, continua – «Questo festival rappresenta uno degli eventi culturali che hanno arricchito il programma della città e si è rivelato un riuscitissimo esperimento che entusiasma i narnesi e non solo», conclude il Sindaco al termine della kermesse, con l’ultimo giorno aperto dall’ormai consueto appuntamento all’alba con i narratori del nostro tempo e che, dopo Moni Ovadia e Ascanio Celestini – protagonisti delle precedenti edizioni -, quest’anno ha visto l’arrivo di Sabina Guzzanti, impegnata in una lettura teatrale tratta dal suo prossimo spettacolo, raccontato in anteprima al festival mentre il sole nasceva sull’Ala Diruta.