La foto di Angelo Papa pubblicata su “Il Messaggero” di lunedì ha provocato l’ennesima polemica politica. Nella foto si vede chiaramente l’assessore ai Lavori Pubblici, Enrico Melasecche, in collegamento diretto, via chat, con l’onorevole Barbara Saltamartini. La cosa è stata sottolineata dal consigliere del Partito Democratico , Valdimiro Orsini, che definisce Melasecche “uomo solo al comando” e giudica questo suo comportamento ” una profonda umiliazione per quella che dovrebbe essere la massima assemblea cittadina, l’espressione della vita democratica di Terni.”
“La realtà – scrive Orsini – è che i lavori del consiglio comunale, l’operato della maggioranza di centrodestra, sono diretti via chat dal commissario politico. Come se non bastasse la tutela politica messa al sindaco Latini e alla sua giunta, ora si è aggiunto l’esproprio anche del consiglio comunale, anche questo diretto dai palazzi del potere di Roma.Altro che ternanità, altro che autonomia di Terni, altro che battaglia contro la perfida Perugia e la Regione matrigna! Gli slogan di una campagna elettorale fondata solo sulla strumentalizzazione delle rivendicazioni sacrosante di Terni si sono completamente svuotati di fronte alla incapacità di gestire le dinamiche interne della coalizione di centro destra e in particolare delle Lega.”
” Si stanno scaricando sulla città – aggiunge Orsini – le tensioni di lotte interne pesantissime che nell’ordine hanno portato due consiglieri di Forza Italia ad approdare nel gruppo misto, seguite dal leader e fondatore della Lega a Terni, Emanuele Fiorini, e infine alla cacciata dell’assessore al Bilancio e alle Partecipate che aveva annunciato di voler profondamente ristrutturare le municipalizzate del comune di Terni. Chiedo al sindaco Latini – conclude Orsini – di coordinare lui l’operato amministrativo e politico dei gruppi che lo sostengono e di liberare il suo assessore ai Lavori Pubblici dall’incombenza di chiedere e di rilanciare ordini dal commissario politico, una figura, peraltro, che si addice ai vecchi partiti della prima metà del novecento e che non dovrebbe avere nulla a che fare con l’autonomia, l’orgoglio e le capacità di Terni”.
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