Nei giorni scorsi all’ospedale Santa Maria di Terni è stato eseguito un intervento multidisciplinare innovativo per il trattamento dell’ipertensione arteriosa mediante denervazione delle arterie renali. Si tratta della prima volta che tale tecnica viene utilizzata in Umbria.
Il trattamento consiste in una procedura invasiva endovascolare che consente di ottenere un soddisfacente controllo pressorio, soprattutto nei soggetti che non rispondono a terapie farmacologiche complesse. Il paziente in questione, sebbene di età relativamente giovane, era affetto da una grave forma di ipertensione non controllata, nonostante l’utilizzo di molti farmaci anti-ipertensivi, con conseguenze negative già evidenti a livello dell’apparato cardiovascolare e renale.
La caratterizzazione del caso clinico è stata svolta dal responsabile del Centro Ipertensione Arteriosa, il professor Giacomo Pucci, della Struttura Complessa di Medicina Interna Università degli Studi di Perugia, diretta dal professor Gaetano Vaudo, che si è avvalso della collaborazione di un team multidisciplinare costituito dal dottor Alessio Arrivi della SSD Emodinamica e dal dottor Luigi Vecchi, responsabile della S.C. Nefrologia, con l’obiettivo di verificare i criteri di intervento e identificare le modalità ottimali per la sua esecuzione.
L’intervento è stato eseguito nella Sala Emodinamica della S.C. Cardiologia dal professor Marcello Dominici e dal dottor Alessio Arrivi. Nell’arco di circa un’ora sono state eseguite delle termoablazioni del sistema nervoso che decorre lungo la parete delle arterie renali, mediante una tecnica innovativa con catetere spirale quadripolare.
Già a distanza di breve tempo è stato possibile riscontrare una significativa riduzione dei valori pressori, che ha consentito una semplificazione dello schema terapeutico del paziente, il quale continuerà il suo follow-up presso il Centro Ipertensione Arteriosa.
“Riteniamo – sostiene il professor Giacomo Pucci – che la possibilità di eseguire nel nostro ospedale la denervazione delle arterie renali ci consenta di avere a disposizione una strategia di trattamento complementare a quella farmacologica, che può rivelarsi di fondamentale importanza soprattutto nel trattamento di casi complessi”.
“Questo intervento – spiega Andrea Casciari, direttore generale del Santa Maria – riguarda una tecnica innovativa che dà ulteriore valore alle professionalità dell’Azienda Ospedaliera di Terni, e che dimostra come la nostra struttura si ponga anche come modello da seguire nel settore della tecnica invasiva endovascolare, in particolare sul fronte dell’approccio multidisciplinare”.