Parla per la prima volta e lo fa in Tv, la mamma di David Raggi, il giovane ucciso a Terni il 12 marzo del 2015 dal cittadino di origini marocchine, Amine Aassoul. La signora Bruna ha scelto il Talk Show politico di Paolo Del Debbio, “Quinta Colonna”, in onda su Rete4.
La signora Bruna è visibilmente provata, addirittura irriconoscibile rispetto a una foto che viene mostrata e che la ritrae felice insieme a suo figlio David. “Sto male – risponde a Del Debbio – dalla morte di un figlio non se ne esce , non è vivere, è sopravvivere, per me e per tutta la mia famiglia”.
“David aveva tanti amici e non ci abbandonano mai – aggiunge Bruna – una settimana si e una no mi vengono a trovare”
Uno dei motivi per i quali la mamma di David, assistita dal legale di famiglia, l’avvocato Massimo Proietti, è stata invitata in trasmissione è per la vicenda del risarcimento. “Un risarcimento che avremmo destinato in beneficenza” , precisa la signora Bruna.
“L’azione si articola su un doppio binario – afferma l’avvocato Proietti – prima di tutto noi abbiamo chiesto che venga condannato lo Stato italiano per la responsabilità dei ministeri (Interno e Giustizia), questo perché Amine Aassoul non doveva essere in Italia in quanto espulso, era pericoloso (aveva un certificato penale di oltre 4 pagine) e una somma di pene da scontare per un totale di 6 anni e 8 mesi. Quindi, anche se in Italia, doveva essere in carcere. Comunque, non in piazza, quella sera del 12 marzo. Accanto a questo c’è una richiesta subordinata che è quella del Fondo per le vittime di reati intenzionali violenti, con il problema del limite di reddito. Ma non dimentichiamo – sottolinea l’avvocato Proietti – che il punto focale del giudizio, ed è prevista udienza di conclusione dinanzi al Tribunale di Roma, il 6 febbraio 2018, è la responsabilità dello Stato per non avere messo in carcere Amine Aassoul.”
“Perché stava a Terni, qualcuno me lo sa spiegare?” si domanda la mamma di David Raggi, “perché stava in Italia e perché stava in Umbria, qualcuno me lo dovrebbe spiegare”. E’ una domanda senza risposta.
“Ho molta rabbia – aggiunge la signora Bruna – perché queste cose non dovrebbero accadere, né a mio figlio né a nessun altro. David era amico di tutti, faceva del bene a tutti , era l’amico degli amici, lo cercavano tutti, lo chiamavano tutti; al cimitero è un corteo, tutti i giorni, a tutte le ore, giovani e meno giovani, chi lo conosceva e chi non lo conosceva, perché io ci vado tutti i giorni”.
Bruna si commuove e piange quando Del Debbio le chiede: ” e che gli dici”.
“A Terni – aggiunge tra le lacrime la mamma di David – sono stati fatti degli spettacoli e con i soldi raccolti è stata donata una sonda pediatrica all’ospedale che costava 36 mila euro. Lui voleva questo”.
“Su questa cosa del risarcimento tenga conto che voglio tornarci” , conclude Del Debbio rivolgendosi all’avvocato Proietti e spiega che, in base alla legge approvata la scorsa estate , che istituisce un Fondo per le vittime di reati intenzionali violenti, chi guadagna più di 11.500 euro all’anno, non ne ha diritto. David Raggi ne guadagnava di più, circa 13.500.