Le liste sfornate durante la notte dalla segreteria del Partito Democratico hanno provocato reazioni non proprio positive a Terni dove sono state bocciate candidature eccellenti, come quella del senatore Gianluca Rossi.
I candidati a Terni sono l’ex ministro Cesare Damiano (che vive a San Gemini), Simonetta Mignozzetti (vice prefetto aggiunto a Terni) e Leonardo Grimani (sindaco di San Gemini) . Grimani è candidato, numero 3, nel listino proporzionale del Senato; la Mignozzetti, invece, è candidata nel collegio uninominale del Senato e Damiano è candidato nel collegio uninominale della Camera dei Deputati.
Gli aderenti all’Associazione DEMS della provincia di Terni hanno diffuso una nota in cui affermano di “non condividere le modalità e gli esiti della composizione delle liste in Umbria. In particolar modo per quello che concerne l’estromissione dei due parlamentari uscenti umbri di DEMS, al primo mandato e con forte legame con la nostra regione, Valeria Cardinali e Gianluca Rossi, e la risultante rappresentanza del nostro territorio.”
“Per quanto ci riguarda – sottolineano – abbiamo condiviso il percorso della Federazione provinciale del Pd che, andando oltre l’appartenenza ad aree interne, in modo lineare aveva avanzato le proposte di due candidature che partissero da quella del senatore uscente Gianluca Rossi, per un giudizio positivo sul suo lavoro parlamentare e il suo radicamento e conoscenza delle problematiche territoriali, che ha sempre rappresentato nel suo ruolo.
Percorso, questo, che è stato delegittimato dai livelli nazionali e regionali del partito, che non hanno inteso garantire adeguato pluralismo nelle liste. Vogliamo sottolineare che i nomi attualmente candidati non sono stati minimamente discussi nelle sedi formali del Pd.
Per quanto riguarda l’area a cui fa riferimento DEMS, ci sembra ulteriormente grave che sia rappresentata da una figura, Cesare Damiano, che, seppur di assoluto rispetto e valore, non ha alcun legame con il nostro territorio e non nasce dentro percorsi condivisi nella nostra esperienza politica nell’area Orlando.
Abbiamo aderito a DEMS anche sulla base di un’idea di partito che fosse alternativa alla pratica di selezionare sulla base della fedeltà e catapultare candidati senza alcuna condivisione con i territori e le persone, fuori da percorsi democratici e trasparenti.
Sulla base di questa idea ci aspettiamo una conseguente coerenza, da qui valuteremo il nostro permanere nell’associazione che fa riferimento al Ministro Orlando.”
Dura anche la presa di posizione di Nativi Democratici secondo i quali “le candidature in campo azzerano la città di Terni, mettendo a serio repentaglio una rappresentanza del centrosinistra territoriale nel contesto nazionale. L’evidente criticità è definita sia da un metodo che ha esautorato gli organismi locali e ha riversato le fratture apicali sulla scelta delle rappresentanze nazionali, sia dall’aggravante di una evidente inopportunità di candidare un funzionario della Prefettura quando tanta parte del destino prossimo della città dipende proprio da quell’istituzione.
Con questa scelta il PD nazionale, dopo aver rinunciato all’essenza del Partito Democratico, cioè la selezione della classe dirigente tramite primarie aperte, certifica l’inadeguatezza della gestione del partito locale. Questo implicherebbe, laddove ci fosse un minimo di dignità politica, le dimissioni dell’attuale esecutivo del partito cittadino che palesa l’incapacità di esprimere una linea che sappia rappresentare le istanze del partito e del territorio ternano.”
La pensa in modo opposto il segretario del partito , Matteo Renzi che, in serata ha parlato proprio della candidatura dell’ex ministro del lavoro, Cesare Damiano, a Terni. “Un grazie speciale a chi come Cesare Damiano correrà nel collegio di Terni, una delle realtà in cui maggiore è la difficoltà del mondo occupazionale e difficoltà legate alla tradizionale area di sinistra del partito. Non è il momento di polemiche – ha aggiunto Renzi – le liste sono ricche di buone candidature”.