Presentato il progetto definitivo del nuovo Teatro Verdi.
L’architetto Marcello Galiotto ha illustrato i criteri e le scelte che hanno guidato i progettisti.
“In primo luogo – ha detto l’architetto Galiotto – è stato preso in considerazione il rapporto che si instaura tra le nuove volumetrie introdotte dal progetto e le trasformazioni che il tessuto urbano ha subito nel corso del tempo. Poi ci siamo posti l’obiettivo di far emergere le relazioni di tipo formale, figurativo e materico tra il progetto per il restauro e la ricostruzione del Teatro Verdi e il contesto urbano del centro storico della città, mantenendo come tematica principale le diverse matericità degli edifici e del relativo contesto urbano presi a riferimento dal progetto, in relazione all’epoca di costruzione”.
In particolare – ha spiegato Galiotto – il nuovo bordo esterno e il nuovo volume su Via dell’Ospedale, attraverso la muratura perimetrale in laterizio facciavista ricercano un dialogo con il trecentesco Palazzo Carrara, attraverso la riproposizione di una cromia e matericità analoghe al laterizio dalle tinte color miele delle murature prive di intonaco della facciata del palazzo”.
“La poderosa mole del cinquecentesco Palazzo Spada e la scabra matericità della sua facciata costellata dalle buche pontaie vogliono invece riecheggiare nel nuovo volume emergente della torre scenica in cemento bocciardato dalle tinte terrose”. “La citazione di Palazzo Spada messa in scena attraverso la riproposizione di analoghe proporzioni volumetriche, caratteristiche materiche e dell’elemento figurativo della buca pontaia, aspira a collocare il nuovo volume della torre scenica nell’immaginario della città di Terni. Attraverso il dialogo che il Teatro vuole stabilire con uno degli edifici più rappresentativi della città si vuole stabilire il legame con un’altra delle epoche principali per la costruzione di Terni, il ‘500”.
“Si tratta – ha detto il sindaco di Terni Leonardo Latini – di un progetto approfondito e arricchito rispetto all’idea illustrata in settembre. Ma la novità più consistente riguarda l’organizzazione delle fasi costruttive. Grazie alla disponibilità della Fondazione Carit è stato possibile implementare le azioni comprese nel primo stralcio. Come si ricorderà, infatti il primo stralcio funzionale, già finanziato, comprendeva la demolizione e lo smontaggio dell’edificio novecentesco e della torre scenica, tranne la facciata ottocentesca e la realizzazione nella parte sottostante della sala del ridotto. In seguito ad un finanziamento di recente deliberato dal consiglio d’amministrazione della Fondazione Carit, siamo invece ora in grado di anticipare al primo stralcio anche la costruzione dell’involucro del nuovo teatro”.
“Inoltre – ha spiegato l’assessore ai lavori pubblici Benedetta Salvati – sulla base di una brillante soluzione ideata dai progettisti, la parte posteriore del teatro, quella su largo Sant’Agape, dove dovrà poi sorgere la nuova torre scenica, potrà essere allestita come piazza urbana provvisoria, con un arredo speciale e con alcune particolarità: la prima è l’inserimento nella facciata posteriore del nuovo involucro del teatro di una grande vetrata (anch’essa provvisoria) che consentirà ai cittadini e a tutti coloro che transiteranno o sosteranno nella nuova piazza di seguire i lavori all’interno del teatro”.
La seconda novità riguarda la realizzazione sulla stessa piazza dell’ingresso per il ridotto, anche in questo caso con un allestimento speciale. Il nuovo largo sant’Agape, nel retro del teatro, sarà così immediatamente riqualificato e potrà essere vissuto dai cittadini con nuove funzioni, anche come spazio per eventi.
“L’involucro del nuovo teatro sarà, in questa prima fase che ci auguriamo la più breve possibile, un grande contenitore vuoto, ma per certi versi affascinante, quasi come l’interno di una cattedrale in costruzione. Insieme agli architetti stiamo valutando la possibilità di utilizzarlo, sempre provvisoriamente, per alcuni eventi”.
Per l’ampliamento del progetto la Fondazione Carit ha messo a disposizione 2 milioni e 300 mila euro. Il progetto definitivo passa ora al vaglio della sovrintendenza ai beni culturali dell’Umbria.
Il Presidente della Fondazione Carit, Luigi Carlini, sullo stanziamento per il Teatro Verdi, ha dichiarato: ““La Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni ha deliberato un finanziamento di 2.300.000 € per il primo stralcio funzionale per la realizzazione del Teatro Giuseppe Verdi di Terni. La deliberazione è stata presa nell’ambito del Fondo grandi iniziative previsto nel Dpi 2021 e nel programma pluriennale di attività 2021-2023.
Il finanziamento di Carit va a coprire un terzo della spesa prevista. Si tratta di un impegno cospicuo e importante ma direi un obbligo d’affetto di un’istituzione come Carit verso un’istituzione culturale il cui ruolo è stato sempre al centro della vita sociale e artistica della nostra città. Sono due le ragioni che hanno spinto la Fondazione Carit nella sua deliberazione: la consapevolezza di restituire al godimento del pubblico un Teatro prestigioso come il Giuseppe Verdi, primo in Italia e in Europa ad avere un impianto di illuminazione elettrica già nell’Ottocento, la cui bellezza architettonica costituisce un richiamo anche sul piano estetico. La seconda ragione risiede nel dovere, che tutte le istituzioni avvertono in questo momento difficile, di contribuire a rivitalizzare la vita sociale nella stagione post-pandemia. E il teatro è un luogo d’elezione in cui ogni società civile si può agevolmente riconoscere.”