A che punto è il processo di riorganizzazione in atto all’ospedale di Terni? “Anche al di là delle situazioni contingenti – ha detto il direttore del Santa Maria Maurizio Dal Maso – l’ospedale ha dei problemi cronici”. Iniziamo con qualche numero. I posti letto all’ospedale di Terni sono 520. Il Dipartimento Emergenza e Accettazione del nosocomio ternano registra circa 43.000 accessi l’anno, quindi una media di circa 120 pazienti al giorno con picchi che variano da oltre 150 a 80. Nel periodo compreso fra gennaio e metà febbraio 2017 l’ospedale ha avuto un incremento di afflusso di pazienti al Pronto Soccorso di circa il 30% rispetto allo stesso periodo del 2016. Così la direzione è corsa ai ripari. Dal 1 febbraio sono stati ridotti drasticamente gli appoggi nei reparti chirurgici (passati indicativamente da 21 a 3 al giorno) e i letti in corridoio sono stati al massimo 2 ogni giorno e per un periodo limitato di ore. Per quanto riguarda l’area medica, la soluzione attuata, cioè la concentrazione dei pazienti al 5° piano, ha ottenuto come effetto una migliore assistenza e una contestuale ottimizzazione dei percorsi di cura, avendo iniziato a trattare i pazienti secondo parametri di media e bassa intensità di cura. È stata poi attivata la Discharge Room e chiesto di garantire le dimissioni dei pazienti anche il sabato e la domenica.
Per quanto riguarda la dotazione organica – ha spiegato Dal Maso – era stato già annunciato l’incremento di 50 unità che dopo il confronto con i sindacati sono salite a 66. La richiesta di incremento è già stata presentata alla Regione.
I direttori di struttura vacanti “in tutto sono 10 – ricorda Dal Maso – e sono stati già banditi i concorsi per la copertura di Nefrologia, Ortopedia, Oculistica, Radiologia (i più urgenti con nomina e presa di servizio entro l’estate), dell’Uroginecologia universitaria, Pediatria e Laboratorio analisi”. Poi sarà la volta della Maxillo-facciale, della Farmacia, dell’Endocrinologia.
“Certo, non è l’ospedale Santa Maria da solo – ha spiegato il direttore – che può risolvere tutti i problemi clinico-assistenziali della popolazione di riferimento e di tutti i pazienti che arrivano dalle altre province anche extraregionali. È necessario costruire rapidamente una vera rete clinica integrata con gli ospedali di Narni e Amelia, che deve prevedere precisi percorsi clinico-diagnostici e terapeutico-assistenziali condivisi per ridurre gli accessi impropri in un ospedale di alta specializzazione come il nostro – ha aggiunto il direttore generale – agevolare le dimissioni e permetterci di aumentare le attività e le risorse per la casistica ad alta complessità, che è la vera missione della nostra Azienda”. E per questo la direzione ha invitato tutti i professionisti e i rappresentanti sindacali a proporre modifiche e soluzioni diverse “che siano però – ricorda Dal Maso – nell’interesse del paziente e non di singoli pezzi o personaggi dell’organizzazione”.
Ed ecco il tasto dolente dei sindacati e della dirigenza medica che da tempo sono sul piede di guerra.
“Le nuove esigenze organizzative e le modifiche allo studio, che saranno progressivamente attuate, sarebbero state spiegate anche alla componente sindacale medica durante la riunione del 26 gennaio scorso, ha affermato Dal Maso, ma le organizzazioni sindacali l’hanno disdetta e sono stati quindi riconvocati a febbraio. I nuovi modelli organizzativi sono attualmente allo studio di sei gruppi di lavoro formati da professionisti dell’Azienda Santa Maria e saranno presentati il 7 marzo in un incontro intitolato “L’ospedale che vorrei: traguardi e obiettivi per un cambiamento di qualità” e il 14 marzo in occasione di un convegno organizzato in associazione con Cerismas – Università Cattolica – ha concluso il direttore – in cui saranno analizzati i risultati tecnici di questo lavoro e presentato il cronoprogramma di attuazione dei nuovi modelli organizzativi aziendali”.
Intervista al direttore dell’Azienda ospedaliera di Terni Maurizio Dal Maso: https://youtu.be/e8yJHO77FPs