Lorenzo Barone ha di fatto già “staccato” il biglietto aereo per il Sud Africa, per Città del Capo, da dove partirà per la sua maratona sul percorso più lungo del mondo, 24 mila chilometri, prima verso Nord e via, ad Est.
Ha lavorato sino ad ora a rendere la bici che gli ha offerto un artigiano del Nord Italia adeguata alle evidenti diversissime condizioni. Ma una parte del tempo è stata impegnata per acquisire i permessi necessari ad attraversare così tanti paese. Intanto ha preso una decisione saggia: dall’Egitto sino alla Turchia la farà in barca (lui spera in barca a vela). Troppo complicato attraversare la Siria in perenne guerra.
Comunque, tranne il percorso nella Federazione Russa, il più lungo, tutto il resto potrà essere modificato al momento a seguito delle condizioni politiche dell’Africa.
E così ha considerato calme le zone di Sud Africa, Namibia, Zambia, Tanganica, Uganda e Kenya. Qualche problema potrebbe incontrarlo per l’attraversamento di Etiopia e Sud Sudan, un percorso obbligato perché deve comunque evitare Ciad e Libia in perenni vibrazioni di violenza. Eventuali variazioni saranno studiate lì per lì.
Lorenzo Barone, una volta arrivato in Turchia, già sente l’aria di casa: non ha problemi nella Federazione Russa dal momento che durante il suo precedente viaggio ci ha anche preso moglie e quindi ha tutti i visti in regola. Proprio la moglie l’aspetterà nel profondo Nord per ritornare insieme una volta raggiunto l’oceano Pacifico e lo Stretto di Bering.
La sua preparazione è quasi terminata: “Negli ultimi anni ho viaggiato in diverse zone remote della terra, arrangiandomi con il poco che avevo. Modificavo le componenti dell’equipaggiamento per renderle utilizzabili anche nelle condizioni più difficili. In questa nuova avventura, grazie all’aiuto di alcune aziende che si sono interessate al mio progetto, ho deciso di usare i materiali a mio parere più robusti e performanti sul mercato”.
Lorenzo Barone utilizzerà tre diversi assetti:
Dal Sudafrica all’Egitto per circa 13 mila km. userà il portapacchi anteriore con le borse, per trasportare, se necessario, abbondanti scorte di acqua e cibo.
Dalla Turchia alla Yakutia per circa 11 mila km. seguirà quasi esclusivamente le strade asfaltate e per questo avrà un assetto molto leggero che gli permetterà di coprire lunghe distanze in poco tempo.
Dalla Yakutia alla Chukotka sarà possibile pedalare solo in inverno e in primavera. Percorrerà i fiumi ghiacciati usati come strade e la bici sarà molto più pesante perché trasporterà l’equipaggiamento per sopravvivere in completa autonomia a temperature di -55/-60°C.
Infine, per arrivare allo stretto di Bering dovrà trainare una slitta a piedi con gli sci per quasi 1.000 km.
Comprerà la slitta, gli sci e tutto il necessario quando arriverà in Russia.
“Questo viaggio è il più difficile che avrò mai anche solo tentato. L’equipaggiamento è il migliore che io abbia mai avuto ma l’entusiasmo e le emozioni sono sempre le stesse”.