Giuseppe Cirillo, seduto in prima fila, non ha mancato di alzarsi e andare a stringere la mano a tutti i suoi colleghi candidati alla Presidenza della Regione Umbria alle elezioni di domenica 27 ottobre. D’altra parte è o non è il candidato del Partito delle Buone Maniere? Un saluto per tutti i colleghi che erano presenti, ovviamente. Perché all’invito dei sindacati provinciali ternani Cgil, Cisl e Uil non hanno risposto tutti. C’era Vincenzo Bianconi seduto in mezzo alla platea; e c’erano Emiliano Camuzzi (Potere al Popolo e Pci) in “coalizione” con Rossano Rubicondi che è del Pc, “Senza la “i” – ha specificato quando la presidente dell’assemblea Lucia Rossi ne ha annunciato la presenza. “Se dico Piccì significa pi e ci, è che se dico picci-ì mica se sente la differenza”, gli ha graziosamente risposto lei.
Ma non si trattava di una manifestazione elettorale. O meglio le elezioni ci entravano perché i sindacati ternani volevano portare a conoscenza dei candidati a guidare la Regione quella loro piattaforma che ha come titolo eloquente “Per un nuovo modello di sviluppo nella provincia ternana”. E, pare ovvio, che la Regione sia uno dei tre interlocutori, insieme al governo italiano e le istituzioni europee, cui l’ “informativa” è rivolta.
Un documento, quello del sindacato ternano, che non ha mica la pretesa di indicare le soluzioni definitive. Avanza però alcune proposte, suggerisce spunti e temi da affrontare, stabilendo – se si vuole – anche una certa scala di priorità, dato che quando la coperta è corta bisognerà per forza scegliere da che parte tirarla. Un parere, uno strumento capace di far sentire che il cuore del territorio ternano batte ancora. Che in questo sud dell’Umbria c’è qualcuno capace quantomeno di porsi problemi manifestando la volontà di discuterne, di affrontarli. Un qualcosa che appare del tutto dimenticato in verità da una politica impegnata negli screzi, nei selfie e nei bagni di folla plaudente, negli annunci ad effetto, nelle dichiarazioni preventive di sfracelli degli avversari, di nuove guerre di liberazione anche se non si è capito bene da che.
Se un candidato ha l’umiltà di ascoltare, quanto meno avrà modo di darsi una regolata. Ma evidentemente non a tutti interessava andare a fondo e confrontarsi anche con una parte – ancora consistente – del mondo del lavoro, così come ha fatto con gli industriali e gli imprenditori. Con una parte dell’Umbria – appunto il Ternano-Narnese-Orvietano – che, forse, non andrebbe considerata così marginale restando pur sempre quella del secondo polo regionale. Per qualcuno non è stato possibile stare lì al Garden Hotel, sede del convegno, vista la lontananza di Terni dalla vallata umbra su cui si erge Assisi; per altri era un sacrificio che poco avrebbe fruttato, per altri ancora ci sarà tempo di parlare di certe questioni. E’ il caso di Donatella Tesei, la candidata del centro destra, che all’invito ha risposto più o meno testualmente, “ne parliamo dopo le elezioni”, ossia una volta sbrigata questa noiosa pratica di andare a contare la messe di consensi che arriverà.
Alla fine comunque qualcuno oltre ai candidati di cui sopra c’era al salone del Garden: Francesco De Rebotti, il sindaco di Narni una specie di “riserva indiana” nel generale quadro delle appartenenze dei sindaci dei comuni umbri e della provincia di Terni, il quale è anche,seppur pelle-rossa, ancora il presidente dell’Anci Umbro; poi basta, anche se va doverosamente riferito che “a una certa” da Palazzo Spada è arrivato l’assessore al welfare Cristiano Ceccotti.
In sintesi, per gli assenti, Cgil,Cisl e Uil di Terni cos’hanno scritto nel loro documento?
Intanto individuano quattro comparti che dovrebbero essere le direttrici del progetto di nuovo sviluppo: 1)salute ambiente e sicurezza; 2)infrastrutture; 3) appalti; 4)welfare e formazione. Sullo sfondo, ovviamente resta centrale la questione occupazionale, elemento essenziale per poter superare la crisi economica in essere e le preoccupanti conseguenze in termini di fuga di giovani, invecchiamento della popolazione e spopolamento, specie nelle aree interne. A fronte di questo, a preoccupare Cgil, Cisl e Uil è anche il sempre più diffuso fenomeno dei cosiddetti Neet: ossia di quei giovani che, scoraggiati dalle condizioni avverse del mercato del lavoro, non sono impegnati né in un processo formativo né nella ricerca di un lavoro.
Strumento fondamentale per ogni ipotesi di rilancio del territorio è, per i sindacati, quello dell’area di crisi complessa, “un’opportunità da cogliere per il rilancio dell’economia, soprattutto per Terni, proprio in virtù del fatto che si tratta di una città ad alta vocazione industriale”, hanno sottolineato nei vari interventi i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, insistendo particolarmente sulla necessità di una politica che sia attenta agli aspetti ambientali e sostenibile. “É inaccettabile – hanno sottolineato ancora nell’iniziativa Cgil, Cisl e Uil Terni – il problema dell’evasione ed elusione fiscale, anche a livello locale, così come è intollerabile il fenomeno sempre più diffuso del dumping contrattuale, che ha come diretta conseguenza quella di favorire una concorrenza sleale. Solo creando benessere e occupazione – hanno concluso i sindacalisti – sarà possibile superare anni di crisi e contrastare le nuove povertà attraverso un welfare inclusivo da realizzare in sinergia con tutti gli attori protagonisti e quindi anche con le istituzioni”.