Sono stati resi pubblici gli atti della commissione di inchiesta parlamentare sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati. La commissione, presieduta dall’onorevole , Alessandro Bratti, venne in missione in Umbria, il 24 febbraio scorso.
I primi ad essere ascoltati sono stati il Prefetto di Terni, Angela Pagliuca e il Questore di Terni, Carmine Belfiore.
Al Prefetto vengono chiesti lumi su COSP-TEcnoservice: “Stiamo verificando i vertici societari della Cosp che c’erano un mese fa, a seguito di alcune interdittive che sono intervenute a Perugia e Viterbo essenzialmente;stiamo facendo questa verifica perché abbiamo le due interdittive a Perugia e Viterbo. A Perugia c’era di tutto e di più. A Viterbo c’era la Viterbo Ambiente, di cui aveva il 51 per cento Gesenu più e il 49 per cento la Cosp. Qui c’è solo la Cosp, i cui vertici sono stati indagati non per i reati previsti. Pertanto, stiamo cercando di fare un quadro.”
QUI IL TESTO INTEGRALE DELL’AUDIZIONE DEL PREFETTO PAGLIUCA E DEL QUESTORE, BELFIORE
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Poi è stata la volta del facente funzioni Procuratore capo della Repubblica, Raffaele Iannella, accompagnato dal sostituto, Elisabetta Massini e dall’ex Procuratore capo, Cesare Martellino.
Precisazioni sulla COSP , da parte di Iannella:” A quanto risulta a me, la Cosp, allo stato, non ha procedimenti. Ho fatto una ricerca proprio su richiesta del prefetto giorni fa: la Cosp non ha procedimenti in corso o iscrizioni in corso. Questo va detto.”
Cesare Martellino su Mafia Capitale e eventuali collegamenti con Terni
“Dopo le vicende di Roma, con mafia capitale, in base alle notizie che pervenivano da Roma e anche alle segnalazioni che ci sono state fatte dalle associazioni ambientalistiche e dal Movimento 5 Stelle, ho ritenuto opportuno – all’epoca ero procuratore – aprire d’iniziativa un procedimento, al momento senza ipotesi di reato. Si tratta di un’indagine conoscitiva per accertare i legami di personaggi che figuravano sia nell’inchiesta di Roma, sia nelle vicende ternane. Questa inchiesta è attualmente ancora in corso. Che io sappia – sono andato via da un mese – le indagini sono state delegate alla Guardia di finanza e al Corpo forestale dello Stato e sono ancora in corso. Devo precisare che queste segnalazioni ci riferivano soprattutto di connessioni soggettive. Al momento non abbiamo riscontri di fatti corruttivi o di altro genere in questo territorio. La connessione fra questi fatti era soggettiva perché nelle vicende di Roma compaiono le figure di Riccardo Mancini e Salvatore Buzzi. Mancini risulta assegnatario di una gara d’appalto indetta dall’ACEA. Inizialmente l’ACEA aveva fatto una gara d’appalto, che era stata affidata a una società di Napoli, la IBI Spa. Questa società è stata poi colpita da un’interdittiva antimafia, ragion per cui l’ACEA ha ritenuto di affidare un nuovo appalto – senza gara, questa volta – alla società Terni Scarl, il cui pacchetto di maggioranza appartiene alla Emis, che è controllata quasi al 100 per cento da Riccardo Mancini. Era questa la connessione. Come ci era stato segnalato da queste associazioni e dal Movimento 5 Stelle, sembrava sospetto il fatto che la prima gara d’appalto, quella assegnata alla IBI, avesse un importo di 14 milioni, mentre l’appalto, poi affidato alla società di Mancini, fosse di 21 milioni, ossia di importo notevolmente superiore. Un’altra connessione soggettiva con l’inchiesta di Roma era la figura di Salvatore Buzzi, anche lui coinvolto nelle vicende cosiddette di Roma mafia capitale, che risulta presidente di questa società, la Roma Scarl. La società Roma Scarl ha avuto un legame per parecchi anni con la Cosp Tecno Service, che ha la gestione di tutti i rifiuti dell’ATI, dell’intera provincia di Terni. Sulla base di queste notizie sono state aperte le indagini, che sono ancora in corso.”
QUI IL TESTO INTEGRALE DELL’AUDIZIONE DI RAFFAELE IANNELLA, ELISABETTA MASSINI E CESARE MARTELLINO
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Poi è stato ascoltato Leopoldo Di Girolamo nella veste di sindaco di Terni, Presidente della provincia di Terni e presidente dell’ATI4
A Di Girolamo, fra le altre cose , è stato chiesto del percolato nella discarica di Villa Valle, finito nella Galleria Tescino: “Per quanto riguarda il percolato, naturalmente c’è questa indagine della magistratura. Per quello che posso dire, i nostri uffici, i nostri tecnici, fin dall’inizio – sono entrato in funzione come sindaco nel 2009 e nel 2010 abbiamo dato proprio l’incarico – vedendo che c’era questo problema, hanno affidato l’incarico di realizzare un impianto di pretrattamento-trattamento. All’inizio si pensava di fare un impianto di pretrattamento, per poi affidare il fango risultante a un impianto che possiede AST, che si chiama Dorr-Oliver – non sono in grado di riferirle le specifiche tecniche – che AST usa e che sembrava essere in grado di far risultare interamente legittimo il trattamento del residuo che veniva fatto. Oppure si pensava di realizzare un impianto autonomo per quello che riguardava il trattamento completo del percolato stesso. Ci sono stati problemi sia sull’uno, sia sull’altro versante dal punto di vista del rapporto con AST, che sono andati avanti per molto tempo, ragion per cui non abbiamo costruito un’intesa (sembrava che ci fossero problemi tecnici al riguardo) neanche per quello che riguardava la realizzazione dell’impianto, le cui specifiche tecniche sono state costantemente – diciamo così – cambiate dai nostri uffici. Per consentire il trasporto, tenendo conto anche del fatto che di anno in anno i bilanci ormai li facciamo in estate e che, quindi, non avevamo poste di bilancio immesse, se non per lavorare in dodicesimi, abbiamo fatto delle gare di appalto sotto soglia europea per affidare il trasporto dello stesso, dopo aver messo delle vasche di raccolta, in modo da diminuire almeno in parte i costi. Ultimamente abbiamo anche disposto – sono in corso di collocamento – dei basamenti per raccogliere con ulteriormente con dei serbatoi il percolato stesso. Certo, non c’è dubbio che la soluzione migliore sarebbe stata l’altra. Valuterà poi la magistratura o la Corte dei conti, se ci sarà, se il nostro operato sia sanzionabile. Per quello che riguarda il biodigestore, a parte il biogas, il prodotto che serve per produrre energia elettrica viene usato come fertilizzante. C’è una buona attività, tant’è vero che già dal primo anno siamo stati in equilibrio economico e che poi dall’anno successivo abbiamo avuto anche delle risultanze positive dal punto di vista del rendimento finanziario.”
QUI IL TESTO INTEGRALE DELL’AUDIZIONE DI DI GIROLAMO
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